REDAZIONE – E’ stato scontro duro, secondo copione, questa notte alla Washington University di Saint Louis, in Missouri, tra Hillary Clinton e Donald Trump. Hillary usando le frasi offensive per le donne pronunciate da Donald e Donald ritirando fuori le mail di Hillary quando faceva viaggiare sulla posta privata le comunicazioni d’ufficio, con la conclusione “se fossi io a decidere tu saresti in galera”. E la Clinto ha replicato che “non c’è mai stata una tale ingerenza russa sul voto americano come questa volta a favore del candidato repubblicano”.
I primi sondaggi della Cnn dicono che Hillary avrebbe vinto “ai punti” per 57 a 34, anche se “Donald Trump è andato oltre le aspettative della vigilia” perché la rivale non ha avuto la capacità di sferrare il colpo da ko, come ci si aspettava dopo che Trump era stato mollato da alcuni suoi sostenitori di prestigio. Inoltre interpellato sulla performance del candidato del Gop, il 63% del campione è convinto che sia andato meglio delle attese, per il 21% ha fatto peggio del previsto, solo per il 15% proprio come previsto.
Ma sui social c’è chi contesta questo verdetto e anzi parla di vittoria netta di Trump, che avrebbe fatto fronte alle accuse di sessismo scaturite dal video del Washington Post. Quel che è certo è che il secondo faccia a faccia in tv tra la democratica Hillary Clinton e il repubblicano Donald Trump è stato il dibattito più twittato della storia. Twitter precisa che è stato superato il record di 17,1 milioni di tweet toccato durante il primo duello, lo scorso 26 settembre. I tre momenti più twittati sono stati quando Trump ha detto di essere in disaccordo con il suo candidato vice presidente Mike Pence sulle politiche in Siria, quando si è definito un gentiluomo e quando ha detto che Hillary sarebbe in galera sotto la sua amministrazione.
Botta e risposta. L’inizio di questo secondo dibattito presidenziale era stato contrassegnato dalla rituale stretta di mano ed è finito con complimento reciproco, ma solo perché la domanda conclusiva aveva forzato i due candidati a dire qualcosa di positivo l’uno sull’altro. Però per gran parte dei 90 minuti di confronto, il repubblicano e la democratica si sono scontrati a colpi di insulti e persino di minacce. Come quella, di lui, di metterla sotto inchiesta per le email private se diventerà presidente.
La partenza è stata dedicata alla questione più scottante delle precedenti 48 ore: il video del 2005 in cui un 59enne Trump sessista si vantava di potere “fare di tutto” alle donne, anche prenderle per le parti intime, essendo lui una star.
Il video scandalo ha caratterizzato i primi 20-30 minuti del dibattito, durante i quali Trump non si è difeso bene, è apparso confuso, nervoso al punto da andare completamente fuori tema. Clinton tuttavia non ha saputo sfruttare il momento per ferire l’avversario. Un avversario che prima di salire sul palco aveva diffuso un video e poi tenuto una conferenza stampa con tre delle donne che dicono di essere state abusate o molestate sessualmente da Bill Clinton in passato (Paula Jones, Juanita Broaddrick, Kathleen Willey). Una quarta (Kathy Shelton) si è unita a loro: fu violentata da un uomo difeso da Hillary Clinton in un processo nel 1975.
Del video scandalo Trump ha detto che “erano solo chiacchiere da spogliatoio, ma non ne sono orgoglioso”. E ha precisato: “Mi sono scusato con la mia famiglia e con il popolo americano”.
A quel punto la Clinton ha replicato: “Sarò anche stata in disaccordo con i precedenti candidati repubblicani, ma non ho mai messo in dubbio la loro adeguatezza ad essere presidenti. Non è così per Trump. Quello che abbiamo visto e sentito venerdì era Donald che parlava delle donne, cosa pensa delle donne, cosa fa alle donne. E ha detto che quel video non rappresenta chi è veramente. Secondo me rappresenta esattamente chi è”.
Poi, invece che insistere sull’argomento scottante, l’ex segretario di Stato ha spiegato al pubblico che “Trump non ha preso di mira solo le donne, ma anche i migranti, i latino-americani, i prigionieri di guerra, i musulmani e molti altri”. Lo ha fatto per dire – forse allontanandosi troppo da un terreno che per Trump era certamente minato – che con lei alla Casa Bianca “ci rispetteremo a vicenda e celebreremo le nostre differenze” perché “questa è l’America che conosco e amo”.
Trump non ha rinunciato invece al tema per ribaltarlo contro l’avversaria: “Suo marito Bill ha fatto cose peggiori alle donne. Le mie sono parole, le sue sono state azioni. Non c’è stato nessuno nella storia della politica di questa nazione che è stato così violento con le donne”. Poi l’attacco sulle altre accuse: “Quelle tue sono solo parole. Le sento da anni. Invece io aiuterò gli afroamericani, i sudamericani, gli ispanici e le città povere”.
Infine, quando ai due è stato chiesto di dire qualcosa di positivo l’uno dell’altro, la Clinton ha saputo evitare di lodare direttamente l’avversario: “Rispetto i suoi figli, sono capaci e fedeli e credo che ciò dica molto di Donald” ma “la posta in gioco è alta, non siamo in tempi normali e questa non è una campagna elettorale normale”, ha aggiunto come a giustificare le accuse e gli insulti tra i due. Trump invece non ha esitato a riconoscere in Hillary una “lottatrice” che “non molla mai, non si arrende mai. Lo rispetto. Dico le cose come stanno”. Solo a quel punto, quando il sipario stava per scendere, è scattata la stretta di mano.
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