di ENNIO SIMEONE – Una novantina di domande e risposte in tre ore di pacato confronto televisivo: questa, in sintesi, la prima conferenza stampa di Giorgia Meloni da presidente del Consiglio, in cui ha dato prova di padronanza in tutte le materie che le sono state sottoposte dagli «interroganti» con uno stile quasi mai uscito dai binari della cortesia e rispondendo “a braccio” (senza appunti) dando prova di essere “preparata in tutte le materie” (come usano dire gli insegnanti degli allievi agli esami di Stato).
C’è da compiacersene? Sì, ma a condizione di non lasciarsene abbagliare e, perciò, di non accorgersi di alcune «intenzioni programmatiche» trasmesse dalla presidente del Consiglio, con l’accompagnamento di sorrisi ammiccanti e di perifrasi devianti, soprattutto nella parte finale di questo lunghissimo ma cordialissimo botta e risposta.
Al primo posto (e basterebbe soltanto questo per preoccuparsene) va collocato il proposito – dichiarato in maniera esplicita, e con un tono che non ammette repliche o dissenso – di trasformare l’Italia da quella democrazia parlamentare definita nella Costituzione (che venne scolpita dopo la liberazione dal fascismo) nell’instaurazione di una repubblica presidenziale. Che sarebbe un obiettivo non da capo di governo ma da capo di un partito e quindi tema improprio se rientra nei progetti e nelle finalità che furono perseguite da Matteo Renzi, quando ascese al seggio di Palazzo Chigi, ma ne fu disarcionato da un referendum costituzionale che lui aveva proposto proprio con quell’obiettivo agli italiani. I quali lo bocciarono in maniera massiccia e perciò irreversibile, relegandolo comunque ai margini dell’agone politico a far da guastafeste, che è il mestiere che gli riesce meglio.
Questo suo proposito la Meloni lo ha ribadito con preoccupante risolutezza nella parte finale della conferenza stampa (in cauda venenum), purtroppo senza che vi fosse una possibilità di contestazione, ammesso che ve ne esistesse la possibilità dopo tre ore di estenuante e cadenzato domanda-e-risposta, a stomaco vuoto.
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