Il virus cinese interessa più dell’auto-processo di Salvini

di NUCCIO FAVA* -E’ sempre interessante cogliere impressioni e anche solo pezzi di conversazione tra persone comuni, magari in attesa all’uscita di scuola. Scopri che nessuno è interessato alla conferenza di Berlino sulla Libia, alla complessa sensazione che non matureranno presto risultati risolutivi.

C’è invece interesse molto più diffuso per le notizie del diffondersi in Cina di un virus che colpisce l’apparato respiratorio, nel timore che possa arrivare anche da noi. Molti citano i casi di meningite nel bergamasco e nel bresciano e si chiedono se è possibile fare qualcosa. Prevale un misto di impotenza e di paura, di nervosismo, che rimandano alle pagine di Manzoni sull’isteria durante la peste, il terrore e l’ira che l’accompagnavano. Una situazione per me insolita, che mi ha ricordato certi scontri tra opposte tifoserie calcistiche aggravate da tensioni ideologiche e qualche spinta razzista.

Di questo non c’è alcuna traccia nelle manifestazioni allegre e gioiose delle “sardine”, ormai diffuse in tutta Italia. Tutte affollate e interessanti perché, anche se non strutturate e prive di vera organizzazione, servendosi efficacemente della rete, esprimono rappresentanti giovani dal viso pulito e trasparente, senza aspirazioni di potere. Un movimento nascente e interessante, come avrebbe detto Alberoni, dall’approdo ancora indecifrabile ma sicuramente orientato a un cambiamento profondo. Chissà come influiranno nel voto in Emilia Romagna. M anche in Calabria dopo la riuscita manifestazione di Reggio e la coraggiosa operazione antimafia del procuratore Gratteri.                                                                                                             Salvini ha tentato di offrirsi come interlocutore e, al solito, protagonista. Con l’ultima capriola istituzionale e politica compiuta dando l’ordine ai senatori leghisti componenti la Commissione per le immunità di votare a favore della autorizzazione al Tribunale dei ministri a processarlo per aver negato (quando era ministro dell’Interno)  alla nave “Gregoretti” della Guardia Costiera italiana l’ingresso  in un porto italiano sostenendo che ne aveva il diritto e il dovere verso gli italiani per…difendere i confini italiani dalla “invasione” di un centinaio di migranti (tra cui molte donne e bambini) tratti in salvo da un naufragio. Un numero da circo, però, con qualche disagio anche tra i suoi che avevano ascoltato all’infinito su piazze e tv che solo il popolo sovrano poteva giudicarlo, avendo agito esclusivamente nell’interesse del paese e della sicurezza nazionale messa in pericolo alle frontiere.

Un bel funambolismo da circo equestre che chissà quale effetto potrà ottenere nel voto con un leader populista che vuole presentarsi come “martire” attaccato e tradito specialmente dai 5stelle che lo avevano invece difeso e condiviso nella precedente (ma diversa) occasione. Molti comunque ricorderanno inevitabilmente anche l’atteggiamento irato e irresponsabile assunto contro la Corte Costituzionale dopo il respingimento del referendum da lui proposto e voluto (e fatto sottoscrivere dai presidenti di Regione del centro-destra) per introdurre per via referendaria una legge totalmente maggioritaria. Ed anche questo aspetto finirà forse per pesare nel voto delle regionali in Emilia Romagna e in Calabria .

Nel complesso un bel guazzabuglio di temi politici ed istituzionali, con il rischio che restino quasi irrilevanti i veri concreti problemi su cui si dovrebbe votare. Situazione però non nuova nel nostro paese: basti ricordare il precedente delle dimissioni del governo D’Alema dopo la sconfitta nelle regionali del 2000.

*Nuccio Fava è presidente della sezione italiana dei Giornalisti europei ed è stato direttore del Tg1, del Tg3  e delle Tribune elettorali Rai             

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