Spari contro l’imam della moschea di Ozone Park nel Queens, a New York. Poco dopo le preghiere l’imam stava tornando a casa insieme al suo assistente, quando sono stati avvicinati da un uomo che ha aperto il fuoco in pieno giorno. Entrambi sono morti. L’imam è stato colpito alla testa.
Secondo fonti della polizia non si tratta di un crimine d’odio. Il movente sarebbe la rapina. I residenti dell’area però non sono d’accordo. Decine di musulmani si sono riversati in strada nei pressi della sparatoria: per loro il movente è chiaro: un crimine d’odio. Alcuni puntano il dito contro Donald Trump, accusato di aver creato un’atmosfera ostile nei confronti dei musulmani. ”Diamo la colpa a Donald Trump che con la sua retorica a creato l’islamofobia” afferma Khairul Islam, che vive nelle vicinanze. ”Aveva appeno finito di pregare. E’ un pero e cieco crimine d’odio” denuncia Kobri Chowdhury, presidente di un’altra moschea nelle vicinanze.
Nell’area vivono pacificamente diversi gruppi religiosi e tutti sono scossi dalla sparatoria, un gesto che definiscono inusuale. ”Non era mai accaduto” riferiscono alcuni residenti.
L’uomo che ha sparato – secondo le ricostruzioni – aveva preso di mira l’imam e il suo assistente. Indossava una maglietta blu scuro e dei pantaloncini. E’ stato visto scappare dopo gli spari, avvenuti a pochi metri da una fermata della metropolitana. La polizia non ha fornito alcun dettaglio sul ricercato e non si è sbilanciata neanche sui due uomini colpiti.
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