Il ministro della Difesa francese, Jean-Yves Le Drian, ha annunciato per le prossime settimane raid aerei con aerei Rafale contro le postazioni dell’Isis in Siria. Lunedì il presidente Francois Hollande aveva confermato che dopo i voli di ricognizione di questi giorni ci saranno incursioni aeree, ritenendole “necessarie” per battere i terroristi.
Intanto si apprende che almeno 38 persone sono morte ed altre 150 sono rimaste ferite dopo il lancio di razzi da parte di terroristi sulla città siriana nordoccidentale di Aleppo. Secondo le fonti dell’organizzazione con sede in Inghilterra e vicina all’opposizione siriana, i razzi sarebbero caduti in tre quartieri controllati dalle forze governative e tra le vittime ci sarebbero 14 bambini e tre donne. L’agenzia statale siriana Sana parla da parte sua di 20 civili morti e 100 feriti.
Ma dagli Stati Uniti, anziché vedere in primo piano il pericolo Isis, si continua a porre il problema della cacciata di Assad, cioè del presidente siriano, che sta lottando contro il califfato, ma agli occhi di Obama è “colpevole” di essere amico di Putin. E Assad replica: «Il presidente assume il potere con il consenso del popolo attraverso le elezioni e se lascia lo fa su richiesta del popolo, non per decisione degli Stati Uniti, del Consiglio di sicurezza dell’Onu, della Conferenza di Ginevra o del comunicato di Ginevra. Se il popolo desidera che il presidente rimanga, lui rimane, altrimenti dovrebbe lasciare immediatamente, questa è la mia posizione di principio su questo tema”, ha aggiunto Assad rispondendo alla domanda di un giornalista russo che lo ha intervistato. Ha quindi dichiarato che “sin dall’inizio” della crisi siriana “la campagna dei media occidentali si concentrava sul fatto che l’intero problema fosse il presidente stesso. Hanno tentato di dare l’impressione che il problema della Siria derivasse da una persona. E ciò è falso».
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