Si fa strada l’ipotesi delI’incendio doloso per l’impianto di compostaggio dei rifiuti bruciato a Roma

Diventano sempre più insistenti i sospetti che l’incendio scoppiato martedì notte nell’impianto di compostaggio sulla via Salaria a Roma sia di origini dolose. L’ipotesi che possa essersi trattato di un fenomeno di autocombustione viene scartata o comunque considerata molto improbabile. Intanto gli ultimi focolai sono stati domani solo oggi data l’estensione dell’area investita dalle fiamme.

L’incendio in ogni caso ha creato ulteriori problemi  all’Amministrazione comunale della capitale, che già era in affanno nel rimediare alla decisione – che fu presa avventatamente dal sindaco Marino (Pd), che ha preceduto la gestione del commissario prefettizio Tronca e poi della sindaca Raggi – di chiudere, senza predisporre una alternativa,  la mega discarica di Cerroni nella quale da quarant’anni venivano sversati i rifiuti prodotti nella capitale non solo dai due milioni e mezzo di residenti, ma anche dai tanti non residenti provenienti da altre regioni, dai turisti italiani e stranieri, e dai migranti interni ed esteri comunque “clandestini” per le finanze del Campidoglio.

La sindaca Raggi ha messo in piedi una “cabina di regia” per affrontare l’emergenza e per adoperarsi nella ricerca di altre discariche nel Lazio e in altre regioni disposte ad accogliere in emergenza i rifiuti di Roma.

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