Il clima politico in Perù sta diventando incandescente dopo il colpo di mano di dicembre, che è stato attuato contro il presidente Pedro Castillo, vincitore delle ultime elezioni svoltesi nel paese, che è stato deposto con un colpo di mano e messo agli arresti per essere sostituito al vertice del governo dalla sua vice presidente, Dina Boluarte. Ieri decine di dimostranti sono rimasti feriti in seguito agli scontri nella notte con la polizia durante le manifestazioni contro il governo subentrato a quello formatosi dopo la vittoria elettorale della sinistra capeggiata da Castillo. Come riferisce il Guardian, nella capitale, Lima, gli agenti di polizia hanno usato gas lacrimogeni per respingere i manifestanti che lanciavano bottiglie di vetro e pietre, mentre sono divampati diversi incendi, come hanno mostrato le riprese televisive.
Nella regione meridionale di Puno circa 1.500 manifestanti hanno attaccato una stazione di polizia nella città di Ilave, ha detto il nuovo ministro degli Interni, Vicente Romero. Le autorità sanitarie di Ilave hanno segnalato otto pazienti ricoverati in ospedale con ferite, tra cui braccia e gambe rotte, contusioni oculari e addome perforato. Nel tardo pomeriggio di ieri 58 persone risultavano ferite in tutta la nazione durante le manifestazioni, secondo un rapporto del difensore civico del Perù.
I disordini hanno fatto seguito a una giornata di turbolenze giovedì, quando uno degli edifici più antichi di Lima è stato dato alle fiamme, mentre la presidente Dina Boluarte ha promesso di diventare più dura con i “vandali”. La distruzione dell’edificio, un palazzo centenario nel centro di Lima, è stata descritta dai funzionari come la perdita di un “bene monumentale”.
Le proteste sono cominciate a dicembre contro la destituzione dell’ex presidente Pedro Castillo e al posto di capo dello Stato è stata insediata la Boluarte, accusata di aver tradito il governo socialista di cui faceva parte, vincitore delle ultime elezioni. I manifestanti chiedono le dimissioni di Boluarte, nuove elezioni e la liberazione di Castillo, destituito con un impeachment e chiuso in carcere per ribellione, avendo tentato lo scioglimento del parlamento.
L’ultimo bilancio dei disordini dall’inizio delle proteste è di 52 vittime tra cui anche un poliziotto bruciato vivo.
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