Indecente lezione di Napolitano alla scuola del Pd sul referendum denigrando il parlamento per aiutare chi lo ha “ridotto uno straccio”

napolitanodi ENNIO SIMEONE – Giorgio Napolitano – nella foga ormai incontenibile di sponsor della pessima riforma costituzionale su cui saremo chiamati a votare con il referendum del 4 dicembre – ha rivolto ai giovani della Scuola di formazione politica del Partito democratico un discorso che, se le sue parole sono quelle riportate dalle agenzie di stampa, benevolmente si può definire indecente per essere uscito dalla bocca di un ex presidente della Repubblica, ex presidente della Camera, ex ministro ed ex dirigente di primissimo piano del Partito comunista italiano.

Tra le varie sue affermazioni ce ne sono due che avvalorano  quel giudizio. La prima: “Se vince il referendum istituzionale, avremo la possibilità di tornare a rendere il Parlamento un luogo degno”! Sconcertante. Quindi lui afferma implicitamente di aver diretto, da presidente di Montecitorio, un parlamento “non degno”. E dunque la stessa riforma che viene sottoposta al giudizio degli italiani è stata fatta e approvata da un parlamento “non degno”?!

La seconda affermazione (che evidentemente dovrebbe  rafforzare la prima) è ancora più aberrante: “Tra decreti e fiducie  – dice Napolitano – il Parlamento è stato ridotto uno straccio. Tutto questo può finire con questa riforma”. Già! Ma chi ha ridotto “uno straccio” il Parlamento  con l’imposizione massiccia di voti di fiducia? Proprio il governo Renzi. Che ha il record assoluto dei voti di fiducia, imposti su tutto, persino – cosa senza precedenti –  sulla legge elettorale Italicum, che è peggiorativa del “porcellum” voluto dal centro destra e definito “una porcata”  dal suo stesso proponente, il leghista Calderoli. Ora Napolitano, che l’ha approvata, dice che questa legge deve essere cambiata, e Renzi, che l’ha imposta perché – diceva – “è perfetta e molti paesi ce la copieranno”, dichiara che è pronto a cambiarla.

Ma la stupefacente conclusione di Napolitano, dopo queste due argomentazioni, è la seguente: “Il Sì sarebbe una cosa buona per l’Italia”. Bella schifezza ha insegnato l’ex presidente della Repubblica agli allievi della scuola che dovrebbe sfornare i futuri dirigenti del Pd!

Un solo merito ha acquisito Napolitano con la sua nuova sortita (dopo quelli acquisiti con le compiacenti interviste che gli sono state ospitate nei vari giornali e canali televisivi di regime): ha rafforzato la convinzione di quanti erano ancora indecisi se votare NO al referendum.

PS – Napolitano ha anche rivolto un rimprovero a Renzi perché – ha detto –  “non si è partiti bene nella campagna referendaria: si sono commessi molti errori che hanno facilitato il No”. Si riferiva alla “minaccia” di Renzi di ritirarsi dalla vita politica in caso di prevalenza del No. Ma Napolitano sa benissimo che nessuno ci aveva creduto. E infatti Renzi lo ha ringraziato e ha promesso: non lo farò più; piuttosto cambio l’Italicum.

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