Infornata di nuovi sottosegretari e viceministri nel governo Renzi

di ROMANO LUSI –

Con una nuova infornata di sottosegretarie la promozione di alcuni sottosegretari a vice ministri, Renzi ha portato da 56 a 64 i membri del suo governo. In questo consiste l’annunciato “mini rimpasto”, che è servito a premiare un po’ di transfughi andati a puntellare la compagine  governativa. Un nome per tutti: Gennaro Migliore, già coordinatore di Sel trasferitosi armi e bagagli nel Pd con in programma la candidatura a sindaco di Napoli o a presidente della Regione, ma trombato in entrambi i casi e costretto a ritirarsi dalle primarie. Ma si potrebbe fare anche il caso di Dorina Bianchi, che ha collezionato il maggior numero di casacche tra destra e sinistra, fino all’approdo nel sempre più anemico schieramento di Alfano, o quello di Enzo Amendola, entrato in parlamento nel gruppo Pd come “bersaniano” e finito sotto l’ala protettrice di Renzi, o quello di Antonio Gentile, a suo tempo migrato da Forza Italia al Nuovo centrodestra e di conseguenza assegnatario di un sottosegretariato che gli venne tolto per una vicenda giudiziaria  e ora gli è stato “restituito” dopo una decisione favorevole della magistratura.

Comunque vediamo nel dettaglio le nomine di oggi. Nuovo ministro è Enrico Costa, che andrà ad occupare la poltrona degli Affari Regionali, dove fino al 30 gennaio del 2015 sedeva Maria Carmela Lanzetta. ‘New entry’ anche sette sottosegretari: Tommaso Nannicini (amico personale di Renzi) alla Presidenza del Consiglio; Dorina Bianchi e Antimo Cesaro alla Cultura; Enzo Amendola agli Esteri; Gennaro Migliore e Federica Chiavaroli alla Giustizia; Antonio Gentile allo Sviluppo Economico. Dal computo totale, a marzo, andrà escluso però l’attuale viceministro allo Sviluppo Carlo Calenda, diretto a Bruxelles dove sarà rappresentante italiano in Ue. Nelle nomine di governo arrivate questa sera, Risultano inoltre promossi a viceministro, rispettivamente degli Esteri e dell’Economia, i sottosegretari Mario Giro e Enrico Zanetti. Promossa a viceministro anche Teresa Bellanova, che però si sposta dal ministero del Lavoro (dove fino a oggi era sottosegretario) al ministero dello Sviluppo Economico. Il sottosegretario Simona Vicari, attualmente allo Sviluppo, passa invece al ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture.

Il Consiglio dei ministri si è occupato anche di nuove norme per il contrasto alla povertà, nonché di lavoro autonomo e di cinema.  Sono norme annunciate nelle sue linee generali, ma che poi dovranno essere dettagliate perché bisognerà vederne l’attuazione nella delega affidata al governo stesso..

Il contenuto è stato illustrato con un linguaggio ermetico dal ministro  Poletti, il quale ha detto: “Con la legge delega approvata oggi istituiamo una misura nazionale di contrasto alla povertà, un livello essenziale delle prestazioni. E cioè un diritto”. L’intervento, ha detto ancora, è “basato sul principio dell’inclusione attiva, con un progetto personalizzato” e prevede “due binari: un sostegno al reddito e una presa in carico per far sì che la famiglia in condizione di povertà possa uscire da quella condizione”. Dunque non se ne usufruirà “in maniera stabile e permanente”.

E’ prevista anche, secondo Poletti,  “una razionalizzazione delle prestazioni di natura assistenziale e previdenziale, escluse le prestazioni per la disabilità”. Nella delega – ha promesso – si affronterà anche “il riordino dei servizi sociali per superare la frammentarietà delle misure, secondo principi di equità ed efficacia”. L’obiettivo è quello di “costruire una infrastruttura organizzativa unitaria e una strumentazione ordinata con una governance trasparente”. Una operazione che avrà successo “se riuscirà a implementare anche le risorse delle comunità locali, non solo l’associazionismo e il volontariato ma tutti gli uffici dello Stato e periferici”.

Poi il ministro della Cultura Dario Franceschini ha illustrato il ddl sul cinema approvato in consiglio dei ministri che “aumenta consistentemente le risorse e innova le regole”. Anche in questo caso si tratta di una delega al governo così presentata: “Viene creato un unico fondo alimentato al 12 per cento dal gettito Ires e Iva di chi utilizza i contenuti, tv, provider telefonici e distributori cinematografici, non andando sotto l’importo annuo di 400 milioni”.  Esso contiene anche “una delega per il codice dello spettacolo, e una seconda delega di grande importanza” che prevede di regolamentare in modo stringente l’obbligo trasmissione del cinema italiano” in tv “e sanzioni per chi non lo fa”, ha detto ancora Franceschini spiegando che delle norme “già ci sono ma non vengono rispettate, per questo si vede poco cinema italiano in prima serata. Prevediamo che vadano scritte norme stringenti e sanzioni concrete per gli obblighi di trasmissione del sistema radiotelevisivo”.

Rinviato, invece, alla prossima riunione il decreto sulle banche.

Commenta per primo

Lascia un commento