di FABIO CAMILLACCI/ Incredibile ma vero: la nuova legge sullo Sport, approvata in via definita al Senato con 154 sì, potrebbe mettere a rischio la partecipazione a Tokyo 2020. Infatti, se dovesse venire meno l’autonomia del Coni, così come paventato dal Comitato Olimpico Internazionale, l’Italia potrebbe non avere una squadra olimpica, e questo significherebbe nessuna bandiera del nostro Paese e nessun inno nazionale alle Olimpiadi. Pertanto, se sul testo approvato non verranno apportate le modifiche richieste dal Cio presieduto da Thomas Bach, tra le sanzioni che potrebbero arrivare c’è appunto anche la sospensione o il ritiro del riconoscimento del comitato olimpico. In pratica, la partecipazione della delegazione azzurra potrebbe avvenire solo sotto la dicitura “atleti olimpici indipendenti”.
Il precedente. Si tratta di un provvedimento che il Comitato Olimpico Internazionale in passato adottò nei confronti del Kuwait, quando nel 2015 il paese dell’Emiro fu sospeso a causa delle ingerenze politiche nell’organismo sportivo. Di fatto, il governo kuwaitiano non aveva garantito l’indipendenza richiesta dal Cio per il comitato locale. E in tal modo, alle Olimpiadi di Rio 2016 gli atleti parteciparono da “apolidi”. In precedenza, un bando fu adottato anche per l’India a causa del mancato rispetto delle regole della carta olimpica, e per le ingerenze politiche nelle elezioni del comitato locale.
Cosa può accadere adesso? Tra gli effetti immediati dell’eventuale sospensione ci sarebbe anche la perdita di valore di tornei preolimpici in programma in Italia, come quello per la pallanuoto femminile. Ovvero, non sarebbero più eventi che assegnano i pass per i Giochi. E se a stretto giro di posta l’allarme è per Tokyo, all’orizzonte si possono paventare rischi anche per l’Olimpiade invernale di Milano-Cortina del 2026. All’organizzazione dei Giochi invernali, per cui l’Italia ha battuto la Svezia a Losanna, mancano sette anni ma è certo che una sanzione del Cio nei confronti del Paese ospitante potrebbe causare un ricorso di Stoccolma-Aare, sconfitte dall’Italia nella corsa ai Giochi. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giorgetti però non drammatizza e dice: “Ora c’è la seconda parte del lavoro da fare col Parlamento, i decreti attuativi e legislativi. Lì saranno chiariti anche i dubbi che nascono da un fraintendimento, come dimostra la lettera del Cio”. Speriamo.
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