di FABIO CAMILLACCI/ Il giorno dopo la clamorosa eliminazione della Nazionale maggiore dal prossimo Mondiale a opera della Macedonia, gli azzurrini non vanno oltre l’1-1 in Montenegro per le qualificazioni ai prossimi Europei. Balcani, Europa dell’Est, in questi tempi sono indigesti per il nostro mediocre calcio. E’ Samuele Ricci a evitare la sconfitta contro i montenegrini che erano passati in vantaggio. L’Italia Under 21 resta comunque prima nel girone a pari punti della Svezia e con una partita in meno.
Al termine, a fare più notizia della partita è lo sfogo del commissario tecnico azzurro. Commentando il fallimento dell’ItalMancini, Paolo Nicolato ha detto: “Un numero minimo di italiani in rosa? Non so se questa ipotesi sia percorribile dal punto di vista giuridico. È chiaro che dobbiamo trovare qualcosa. Se si potesse fare potrebbe essere una delle strade da percorrere, se non altro nei settori giovanili perché comunque quello che noi decidiamo di fare oggi, se decidiamo di farlo, si vedrà fra qualche anno. La Macedonia comunque è la punta dell’iceberg, il calcio italiano ha problemi profondi”.
Nicolato indica la strada dopo la seconda eliminazione di fila dai Mondiali. Il ct degli azzurrini ha aggiunto: “Dobbiamo lavorare per tornare fra 4, 5, 6 anni ad avere una certa competitività. Vanno modificate cose strutturali. È vero che ci sono pochi calciatori italiani che giocano ma è vero anche che c’è un livello dei giovani che è abbastanza basso, ed è basso perchè c’è stato un grosso disinvestimento nei settori giovanili, e le società sono in difficoltà e fanno fatica a dare continuità dirigenziale ed anche tecnica. Ci sono una serie di componenti da sistemare”.
Le conclusioni del tecnico dell’Under 21. Paolo Nicolato conclude dicendo: “Non so se cambierà qualcosa a livello di utilizzo dei giovani calciatori italiani, non ci giurerei. Non occorre essere profeti per vedere quello che sta accadendo. Non è il problema di tagliare una o due teste. Se pensiamo di fermarci a questa cosa qui e risolvere il problema siamo lontani. È un problema profondo, ci sono delle cose da mettere in atto. Si tratta di convergere, di mettere tutte le idee e le competenze possibili insieme per capire cosa possiamo fare per crescere perché noi siamo fermi da un bel po’”. Bei discorsi che per la verità sentiamo da molti anni da parte degli addetti ai lavori (nella foto LaPresse-Gazzetta.it: Paolo Nicolato).
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