di FABIO CAMILLACCI/ Dopo il lockdown calcistico imposto dal Covid, sono tornate in campo anche le Nazionali per i primi impegni della seconda edizione della Nations League. Al “Franchi” di Firenze, il romanista Edin Dzeko spaventa l’Italia, poi Sensi rimedia; ma la Bosnia ferma la striscia di vittorie degli azzurri di Roberto Mancini (foto LaPresse-Gazzetta.it). Finisce 1-1. Dunque, dopo 11 vittorie di fila e dieci mesi senza partite, arriva un pareggio per la nostra Nazionale all’esordio nel torneo. Sul taccuino anche un palo per parte: prima Hodzic, poi Insigne.
Evidentemente, è destino che al debutto in Nations League non si possa sorridere. Bissato l’1-1 contro la Polonia di un anno fa. Accade tutto nella ripresa: prima un palo a testa, poi le due reti: apre Dzeko, il migliore in campo, pari di Sensi con un tiro nettamente deviato da un calciatore bosniaco. Al di là del risultato finale, abbiamo visto poco della spumeggiante ItalMancini: condizione fisica approssimativa e assenze pesanti a centrocampo. Jorginho e Verratti sono troppo importanti per questa squadra.
Niente drammi, ma nel calcio contano i risultati e l’Olanda vittoriosa con la Polonia è già due punti avanti. A questo punto è vietato perdere lunedi prossimo ad Amsterdam contro gli “Orange”, altrimenti saremmo già quasi fuori dalla Final Four. E’ mancata la solita brillantezza ed è mancato quel palleggio ravvicinato e profondo che sposta in avanti il baricentro della squadra azzurra. E’ mancata anche l’intesa tra gli interpreti in campo. La palla va per linee orizzontali e la Bosnia che non è certo sprovveduta, chiude tutti i varchi. Un possesso palla totalmente prevedibile. Tutto questo ha impedito alla compagine di Mancini di trovare sbocchi importanti in attacco per andare a segno.
Altre macchie azzurre. E’ mancata l’efficacia sulle fasce. Chiesa ha cominciato bene ma poi si è spento. In mezzo, il gigante Sunjic non ha usato mezze misure risultando efficace sia nelle chiusure che sulle palle alte. Troppi cross poco comprensibili da parte degli azzurri. Sensi non è più un play basso ma una mezzala, come gioca nell’Inter. E se vogliamo, il gol dal limite dell’area, è la conferma che in zona trequarti l’ex Sassuolo rende di più. Per la verità, nemmeno la Bosnia è parsa animata dal sacro furore. Oltretutto, assente Pjanic, ha sacrificato la manovra sull’altare dello stucchevole lancione. Per gli azzurri comunque, per quanto visto in campo, il pareggio non è da buttare ma contro l’Olanda servirà un’altra Italia.
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