Il Congresso (nella foto Epa di J. Scott Applewhite: il vice presidente del Senato Pence e la presidente della Camera, Pelosi) ha proclamato Joe Biden e Kamala Harris presidente e vicepresidente degli Stati Uniti al termine della seduta a Camere riunite per certificare che il ticket democratico ha vinto le elezioni, svoltesi il 3 novembre, con 306 voti dei “grandi elettori” espressi dai 48 stati degli Usa contro i 232 andati a quello repubblicano. Il parlamento ha respinto alcune contestazione avanzate da esponenti repubblicani dopo che la seduta era stata interrotta a causa del violento assalto dei manifestanti pro Trump a Capitol Hill (di cui riferiamo in altro servizio).
Biden e Harris giureranno il 20 gennaio. E Trump ha assicurato – dopo il drammatico assalto alla sede del parlamento attuato da orde di suoi supporter, da lui eccitati gridando agli inesistenti brogli – che in quella occasione “anche se sono totalmente in disaccordo con il risultato delle elezioni, ci sarà una transizione ordinata verso il 20 gennaio“. Poi ha aggiunto che la sua bocciatura elettorale… “segna la fine del più grande mandato presidenziale della storia, ma è solo l’inizio della nostra lotta per fare l’America di nuovo grande”. E ha aggiunto minaccioso: “Ho sempre detto che continueremo la nostra lotta per assicurare che solo i voti legali contino“.
Si aggrava intanto il bilancio delle vittime in seguito agli scontri avvenuti la scorsa notte durante l’assalto al Congresso americano da parte dei sostenitori di Donald Trump. Oltre alla donna uccisa da colpi d’arma da fuoco esplosi da un agente del Campidoglio, altre tre persone sono morte per emergenze e complicazioni mediche. Sono stati colpi di arma da fuoco sparati dalla polizia a uccidere Ashli Babbit durante le proteste. Lo ha riferito il capo della polizia di Washington, sottolineando che un’inchiesta è stata aperta sull’evento. La donna è stata colpita da un agente in uniforme della polizia del Campidoglio con la sua arma di servizio.
Sono 13 i feriti e 52 le persone arrestate, molte per violazione del coprifuoco. Il vice consigliere per la sicurezza nazionale, Matt Pottinger – secondo quanto riferisce la Cnn – si è dimesso in seguito all’assalto al Congresso da parte dei fan di Donald Trump.
Intanto l’ipotesi di invocare il 25/o emendamento per rimuovere Trump dalla presidenza degli Usa prima del 20 gennaio si sta rafforzando nel gabinetto del presidente, anche se l’idea non è stata ancora ventilata al vicepresidente Mike Pence. Il 25/o emendamento della Costituzione prevede che il vicepresidente prenda i poteri nel caso il presidente muoia, si dimetta o sia rimosso dal suo incarico. Sarebbero d’accordo sulla rimozione anche alcuni leader repubblicani, che considerano Trump colpevole – con le sue infondate accuse di brogli – anche della sconfitta subìta in Georgia nelle elezioni suppletive di ieri.
La più decisa sostenitrice dell’impeachment per Trump è Alexandria Ocasio-Cortez, la deputata star dei democratici: vorrebbe procedere per gli scontri avvenuti in Congresso e da lui provocati con i suoi discorsi incendiari sugli inesistenti brogli elettorali attribuiti ai democratici. Ilham Omar, altra deputata liberal parte dello Squad (il quartetto che include anche Rashida Tlaib e Ayanna Pressley), ha annunciato di essere già al lavoro per la stesura degli articoli per l’impeahchment.
E si susseguono, intanto, in campo repubblicano diverse dimissioni: dalla portavoce di Melania Trump al vice portavoce della Casa Bianca. E stanno valutando di lasciare anche il ministro dei Trasporti e il consigliere per la sicurezza Nazionale.
La condanna per l’assalto al Congresso statunitense è arrivata unanime da tutto il mondo. L’ex presidente Obama ha parlato di “grande disonore e vergogna” per gli Stati Uniti ma non “una completa sorpresa”. La violenza, ha detto, è stata “incitata da un presidente che ha continuato a mentire sul risultato delle elezioni”. “La violenza è incompatibile con l’esercizio dei diritti politici e delle libertà democratiche“, le parole del presidente del Consiglio italiano, Giuseppe Conte. Parole di condanna sono arrivate anche da tutti i leader europei, da Macron a von der Leyen e Johnson. Protesta anche del mondo dello sport americano.
L’ALT DI FACEBOOK – Mark Zuckerberg ha comunicato oggi che gli account di Donald Trump saranno bloccati “indefinitamente e per almeno le prossime due settimane fino a quando una pacifica transizione di potere non sarà completata”.
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