di FABIO CAMILLACCI/ Il calcio italiano in tempi di Covid non si fa mancare niente. L’anarchia che regna da tempo nella Lega Calcio di Serie A produce l’ennesima polemica, l’ennesimo caso che fa discutere. Non a caso venerdi, definimmo “strano” il rinvio dal 17 marzo al 7 aprile di Juventus-Napoli: partita valida per il terzo turno di campionato e non disputata per l’intervento della Asl competente che impedì al Napoli di partire per Torino causa rischio coronavirus. Gli organi Federali, applicando il protocollo anti-Covid calcistico, archiviarono la storia con il 3-0 a tavolino in favore dei bianconeri.
Lo sviluppo successivo. Il Collegio di garanzia del Coni azzerò le sentenze emesse da Giudice sportivo e Corte d’appello federale, decidendo per il recupero del match: una decisione, quella dell’organismo del Comitato olimpico nazionale che ha fatto giurisprudenza in casi del genere. Di conseguenza, per Lazio-Torino, saltata per i troppi casi di Covid tra i granata, il Giudice sportivo si è espresso per il recupero della sfida; niente vittoria a tavolino per i biancocelesti.
Adesso il caos riguarda ancora Juve-Napoli perche la Lega ha avallato l’accordo tra le due società di rimandare a dopo Pasqua quella partita. Ricordiamo che in base al regolamento, una gara può essere spostata con un preavviso di due settimane. Regolamento letteralmente calpestato dalla Lega per accontentare il solito capriccioso e arrogante Aurelio De Laurentiis e forse anche la Vecchia Signora, ancora sotto shock per la fresca eliminazione dalla Champions League. Ma il massimo campionato di calcio non è un torneo di Subbuteo tra amici dove puoi fare come ti pare.
I fatti. Parliamoci chiaro: da tempo il Napoli si lamentava per il posizionamento del recupero a mercoledi 17 marzo perchè incastrato tra la trasferta di domenica 14 in casa del Milan e quella di domenica 21 marzo all’Olimpico contro la Roma. Precisiamo che alla luce degli impegni di Juventus e Napoli nelle Coppe europee, quella del 17 era la prima data utile per recuperare la partita.
Rinvio pilotato e avallato da una Lega senza manico. Visto che dopo i partenopei eliminati da tempo dall’Europa League, anche Madama è uscita anticipatamente dalla Champions, i due club hanno pensato bene (in realtà male) di chiedere e ottenere dalla Lega il rinvio al 7 aprile. Ribadiamo, non puoi fare come ti pare: la Serie A non è un torneo amatoriale. Non solo ci sono delle regole da rispettare, ma, così si rischia di falsare ulteriormente un campionato già abbondamente falsato da mille fattori causa Covid.
Furia Roma. Il pastrocchio ha fatto infuriare il club giallorosso che ha inviato una durissima lettera alla Lega di Serie A per contestare la decisione. La squadra di Fonseca, infatti, giocherà giovedì 18 marzo a Kiev per il ritorno degli ottavi di finale di Europa League contro gli ucraini dello Shakhtar Donetsk e avrà pochissimo tempo per recuperare in vista di Roma-Napoli di domenica 21. Non si possono usare due pesi, due misure; non si possono fare figli e figliastri.
Radio romane e social hanno fatto da megafono. Nella Capitale, i tifosi romanisti non ci stanno e si sono fatti sentire attraverso l’etere e il web dove spopola l’hashtag #rinviateromanapoli. Il tecnico Fonseca in conferenza stampa alla vigilia di Parma-Roma ha rincarato la dose e la fin qui dormiente società giallorossa ha deciso di alzare la voce. Stop al masochistico profilo basso. L’amministratore delegato Guido Fienga (foto a sinistra) pertanto ha firmato un testo dai contenuti taglienti inviato alla Lega, ricordando che ci sono delle regole da rispettare: “Due club possono mettersi d’accordo per spostare una partita, ma devono farlo almeno 15 giorni prima della data nella quale dovrebbe disputarsi”.
La lettera della Roma. Il club di Friedkin inoltre chiede quali siano le idonee motivazioni di interesse sportivo che devono essere alla base della decisione. Insomma, secondo il club capitolino, “la scelta è priva di giustificazione salvo quella implicita di favorire il calendario del Napoli. Consentendogli maggior tempo di preparazione per la sfida successiva e un risparmio dei suoi calciatori, alcuni peraltro sotto diffida quindi a rischio squalifica”.
Alcune precisazioni. Per una serie di motivi di interesse (stato di forma, infortuni e casi di Covid), il Napoli cavalcò l’onda coronavirus spingendo la Asl a violare il protocollo calcistico anti-Covid sottoscritto da Lega, Figc e governo Conte. Da regolamento e come da sentenze Federali, il club campano avrebbe meritato di perdere 3-0 a tavolino; invece fu riabilitato dal Coni. Questo illegale rinvio favorisce nuovamente la società di De Laurentiis, assecondando i suoi interessi per la seconda volta. Con tutto il rispetto per il Ciad, nella Repubblica dell’Africa centrale il calcio funziona meglio che in Italia.
Le richieste romaniste. La Roma nella lettera aggiunge: “Opportuni provvedimenti correttivi, oppure in caso contrario ci riserviamo ogni azione a tutela della società, degli azionisti e dei tifosi nelle sedi più opportune. A questo punto è giusto rinviare anche Roma-Napoli”. Insomma, un bel pasticcio innescato dalla solita arroganza di ADL e non facile da risolvere perchè i tempi sono stretti.
E adesso in Lega è guerra aperta. La conferma arriva dalla telefonata dai toni assai duri che lo stesso Fienga ha fatto a Luigi De Siervo, amministratore delegato della Serie A. Gli osservatori stranieri si chiedono: “Ma perchè certe cose accadono solo in Italia?”. Risposta facile: perchè il nostro è il Paese dove le regole vengono continuamente e impunemente calpestate in tutti i campi.
Commenta per primo