JUVENTUS, FINE DI UN CICLO? L’analisi dello storico dello sport Raffaele Ciccarelli sul momento difficile della Vecchia Signora. Tanti gli errori commessi dalla dirigenza: un calciomercato sconclusionato e la scelta di affidare la panchina all’esordiente Andrea Pirlo

di RAFFAELE CICCARELLI*/ Quando viviamo un periodo positivo, inevitabilmente dobbiamo aspettarcene uno negativo. È l’andamento della vita, sono gli alti e bassi del destino, e questo avviene in tutti i campi, sport compreso: possiamo avere una serie più o meno lunga di vittorie, ma poi arriverà sempre il tempo delle sconfitte, degli insuccessi, ma proprio nello sport si dovrebbe fare della sconfitta un punto di forza, impiegare questo periodo per ricostruire un nuovo ciclo vincente, invece che piangersi addosso. In questo periodo assistiamo, nel calcio, nella nostra Serie A, al probabile declino della Juventus, una abdicazione vera e propria in favore, forse, dell’Inter, e usiamo aggettivo e avverbio solo perché nel calcio le certezze si hanno solo alla fine.

Anzitutto bisogna rendersi conto di una cosa: l’anomalia non sta nella fine del ciclo vincente della Juventus, ma nella sua durata. Nove anni di dominio domestico assoluto sono un’enormità mai vista a questi livelli, molto dovuta a una vera mancanza di concorrenza, iniziata a risvegliarsi nella scorsa stagione. Interessante è ora andare a capire le cause di questo cambiamento, proprio perché sembrava quasi radicato, quali fattori hanno portato a una tale situazione pur disponendo di un parco giocatori tra i migliori, se non il migliore, in assoluto. Una delle cause è stata vista nell’appagamento che avrebbero raggiunto questi giocatori dopo tante vittorie, ma questa è una tesi che non regge.

La mancanza di fame è un alibi, il rischio Pirlo. Potrebbe essere vera per Bonucci, Buffon, Chiellini, Cristiano Ronaldo, che però continuano ad essere i più “affamati”, mentre con tanti nuovi e ancora non vincenti (Chiesa, Kulusevski, McKennie, Arthur, gli innesti di alcuni giovani come Frabotta), il termine appagamento non può esistere, magari tanta presunzione, l’errata certezza di vittorie che prima o poi arrivano, ma se non metti l’anima, non si vince nulla, e quell’anima sembra ora persa, con il tramonto di quei “grandi vecchi” sopranominati. Chiaro che la Juventus questa stagione ha fatto un salto nel buio affidando la guida tecnica a Andrea Pirlo, esordiente assoluto. Se questo è stato un peccato di presunzione, pensando a un certo punto di poter vincere a prescindere da chi fosse l’allenatore, suona certamente a monito.

Potrà essere un giovane alle prime armi, ma un minimo di esperienza è necessaria, perché giocatore e allenatore sono due mestieri diversi. L’inesperienza di Pirlo in certi frangenti è stata palese (partita con l’Inter, l’ultima con il Benevento), se in futuro sarà un bravo allenatore è possibile, ma l’esperienza necessaria andrà accumulata. Le responsabilità maggiori, quindi, si potrebbero ascrivere alle scelte societarie, azzardate sull’allenatore, in una stagione particolare che non ha potuto prevedere il solito periodo preparatorio, e quindi l’interiorizzazione da parte dei giocatori dei nuovi metodi e idee.

I tanti errori sul mercato fatti dalla dirigenza. Ma anche nella costruzione dell’organico, perché, pur esso qualitativamente eccellente, restano alcune evidenti lacune, come la mancanza di un altro esterno difensivo di ruolo o, soprattutto, di un attaccante centrale, da area di rigore, che liberasse spazi al sempre prolifico di suo Cristiano Ronaldo (vedasi questo al tempo del Real Madrid con Benzema). Questo forse perché il parco attaccanti è sì ampio (lo stesso portoghese, Morata, Chiesa, Kulusevski, Dybala), ma senza un vero attaccante da area di rigore, cioè tanti atipici, come ben li definì Maurizio Sarri. Tutta una serie di concause, quindi, collegate ad effetto domino, con errori che si sono susseguiti, però la professionalità estrema dell’ambiente bianconero saprà far fruttare questo periodo, fisiologico e inevitabile, per ripartire più forte di prima, perché vincere resta nel DNA di questa società.

*Storico dello Sport

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