Il bollettino mensile della Bce (Banca centrale europea) scrive: “La riforma del mercato del lavoro introdotta in Italia nel 2015 ha contribuito al rinnovato dinamismo dell’occupazione nel paese negli ultimi trimestri”. “In Italia – aggiunge – è stata registrata negli ultimi quattro trimestri un’accelerazione dell’occupazione”, anche se il nostro Paese, insieme alla Francia, ha contribuito meno di Germania a Spagna alla ripresa dell’occupazione nell’area dell’euro.
C’è da chiedersi: ma il presidente della Bce, Mario Draghi, è al corrente di ciò che è stato scritto in quel bollettino? Poiché le cose stanno diversamente, è presumibile che l’estensore lo abbia fatto a sua insaputa.
Per fortuna l’autore della nota aggiunge che “occorre compiere ulteriori sforzi di risanamento, soprattutto nei paesi con debito pubblico elevato. Questi paesi sono particolarmente vulnerabili a un aumento dell’instabilità nei mercati finanziari o a una risalita dei tassi di interesse, guidandoli verso una traiettoria di indebitamento adeguata”. E, visto che ci troviamo sulla traiettoria, non è che finiamo sulla tangente?
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