La Camera approva la riforma della scuola ma alla maggioranza sono mancati 80 voti

SCIOPERO DI UN’ORA NELLE PRIME DUE GIORNATE DI SCRUTINI 

Abbracci ca03fL’Aula della Camera ha approvato il disegno di legge di riforma della scuola con 316 voti a favore, 137 contrari ed un astenuto. Hanno votato contro tutte le opposizioni, ma alla maggioranza sono mancati 80 voti, in gran parte quelli dei deputati della minoranza Pd che dissentono dalla impostazione data dalla legge firmata dal ministro dellìIstruzione Stefania Giannini e voluta dal presidente del Consiglio Matteo Renzi. Ciò pootrebbe significare che al Senato, dove i margini di vantaggio dei sostenitori del governo sono molto ridotti, il testo potrebbe non essere approvato o essere approvato con modifiche sostanziali e quindi dovrà tornare a Montecitorio per l’approvazione definitiva.

Non si giustificano dunque gli abbracci da stadio (foto Ansa) che alcuni componenti (soprattutto femminili, come la stessa Giannini e la Boschi) del governo si sono scambiati, come ormai accade di consueto in occasione di votazioni favorevoli, secondo uno stile renziano che misura tutto sul “vincere” o “perdere”, come se governare fosse una competizione.

Il percorso della legge, infatti, dovrà superare ancora le obiezioni che arrivano dal mondo della scuola oltre che dalle forze politiche e sindacali. “Con il voto di oggi non si chiude la battaglia, ma la battaglia continua”, ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. E infatti in serata arriva la notizia che uno sciopero di 1 ora nelle prime due giornate degli scrutini è stato programmato  nelle classi intermedie “nel rispetto delle norme, delle famiglie e degli studenti”. Lo hanno deciso unitariamente Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Gilda e Snals. Le 5 sigle sindacali hanno anche concordato iniziative sul territorio (assemblee, sit-in, incontri con forze politiche) e una “fiaccolata della scuola” il 5 giugno in diverse piazze d’Italia.

E una lettera, firmata da una cinquantina di deputati di Area Riformista, è stata promossa da Roberto Speranza e Gianni Cuperlo per chiedere ai senatori del partito democratico “l’impegno del Senato per portare a ulteriori e necessari cambiamenti” alla riforma della scuola che già alla Camera, sostengono i promotori, ha risolto alcuni “punti critici”.

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