La chiusura per covid ha evitato che la frana abbattutasi sull’hotel “Eberle” a Bolzano provocasse una strage

La frana abbattutasi sull’hotel Eberle, Bolzano. A destra: l’albergo come era (foto Ansa)

E’ stato confermato che non vi sono vittime sotto la frana che si è abbattuta ieri sull’albergo Eberle di Bolzano: l’hotel – che si trova sui pendii del Monte Tondo, a una settantina di metri sopra la città, nei pressi delle famose passeggiate di Sant’Osvaldo – in questo periodo era fortunatamente chiuso a causa dei provvedimenti anti-covid in Alto Adige.  La causa del crollo sarebbe il mix di forti precipitazioni e gelo dei giorni scorsi. Lo ha detto il direttore dell’ufficio geologico della provincia di Bolzano Volkmar Mair, dopo un sopralluogo. Circa 2000-3000 metri cubi di roccia si sono abbattuti sulla struttura. Per quanto riguarda una eventuale ricostruzione dell’albergo, il geologo ha detto che servirà un’attenta analisi della situazione.

Il proprietario dell’albergo, Stefan Zisser, ha raccontato di aver udito un forte boato e uno scossone, come quello di un forte terremoto. Fortunatamente si trovava in un’altra zona dell’immobile, mentre la frana ha interessato l’ala che ospita sale e congressi e alcune stanze, fortunatamente vuote. La sala congressi, che è andata completamente distrutta, può ospitare anche settanta e più persone.

Il vicesindaco Luis Walcher ha ricordato la storia centenaria delle passeggiate di Sant’Osvaldo e dell’albergo. “Le passeggiate – ha detto – erano chiuse da un mese a causa di frane, che si sono abbattute nel vicino bosco a novembre. E sono stato criticato per questo provvedimento. Oggi possiamo dire per fortuna che le passeggiate erano chiuse“. “Poteva essere una strage”, ha detto Il presidente della Provincia auonoma, Arno Kompatscher, dopo un sopralluogo ha detto: “Poteva essere una strage”. E ha ricordato che  l’albergo è stato eretto prima che il pendio fosse stato dichiarato zona rossa per rischio geologico e perciò era in regola. L’assessore alla protezione civile Arnold Schuler ha parlato di “un vero miracolo”.

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