Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, torna a bocciare quota 100 ed esclude qualsiasi ipotesi di ritorno della misura previdenziale. “Non concordavo con quota 100 e non verrà rinnovata, ora occorre assicurare una gradualità nel passaggio a quella che era una normalità”.
Parole, quelle di Draghi, commentate così, poco dopo, da Matteo Salvini: “Stiamo lavorando (ndr: chi???) per tutelare il diritto al lavoro e alla pensione, ci lavoro io direttamente con il presidente Draghi (ndr: chi ci crede?), l’importante è non tornare alla legge Fornero”.
Nel corso della conferenza stampa seguita al complesso vertice Ue, Draghi ha confermato il rispetto dei tempi sul Pnrr: “Non abbiamo nessun ritardo. E’ in arrivo un decreto che dovrebbe rimuovere alcuni degli impedimenti che ci sono“. Bisogna credergli?
Sul tema dell’energia: “Nel lungo periodo è sulla strategia delle rinnovabili che bisogna puntare. È difficile però rinunciare al gas immediatamente per molti Paesi“, ha affermato Draghi.
ENERGIA – “Siamo stati espliciti con la necessità di preparare subito uno stoccaggio integrato con le scorte strategiche. Dobbiamo proteggere tutti i Paesi dell’Ue in egual misura” dice Draghi in conferenza stampa dopo il Consiglio Ue.”A lungo andare puntare sulle rinnovabili. Ma se i prezzi del gas salgono, si pone un problema anche di finanziare questo percorso. Ed è difficile rinunciare al gas immediatamente per molti Paesi“. Il caro prezzi dell’energia “mostra la necessità di avere una strategia che punta all’autonomia strategica dell’Unione ed è su questo che la Commissione comincerà a lavorare” precisa Draghi. “Nessuno ha dubbi che questo governo sia europeista. Abbiamo detto sin dall’inizio che chi fa parte del governo deve rispettare il diritto dell’Unione” e considerare l’Euro “un grande successo”. Ha detto Mario Draghi rispondendo a Bruxelles a chi gli chiedeva della posizione della Lega in merito al nodo della Polonia. “Ad ogni modo nessuno me l’ha chiesto”, ha aggiunto il presidente del Consiglio.
MIGRANTI -“Sono molto soddisfatto di come si è conclusa la discussione su questi punti. Il testo originario parlava solo di movimenti secondari senza citare l’equilibrio tra responsabilità e solidarietà. Il testo attuale ha introdotto questo concetto“, ha detto il Mario Draghi al termine del Consiglio Ue sul dossier migranti. “Non è vero” che c’è un’apertura dell’Ue al finanziamento dei muri sulle frontiere esterne. “La commissione non è d’accordo e al Consiglio europeo in tanti non sono d’accordo, compresi noi”. Lo dice il premier Mario Draghi da Bruxelles. “Bisogna riflettere” sul tema migrazioni, “la discussione ha chiarito qual è il motivo per cui alcuni Paesi vogliono cambiare Schengen. Quanto più debole è la protezione delle nostre frontiere esterne, tanto più forte è la tentazione di limitare i movimenti interni all’Ue” precisa Draghi. “Il problema che abbiamo vissuto per tantissimi anni da soli oggi è un problema di tutti e quindi è importante non dividersi, perché ormai è un problema comune, non ha senso privilegiare un Paese o una rotta”, ha detto Draghi citando la pressione “che si esercita al confine tra la Bielorussia e i Paesi Baltici e la Polonia dove “l’immigrazione è usata strumentalmente dal regime bielorusso”, “la pressione che viene dalla Turchia che è destinata ad aumentare” con la crisi afghana, e “la pressione del Nord Africa che noi conosciamo fin troppo bene”. Il presidente del Consiglio ha quindi sottolineato la necessità di “ribilanciare la dimensione esterna dell’Unione dando al Mediterraneo meridionale la stessa importanza che si dà al Mediterraneo orientale” in termini di allocazione di fondi.
PENSIONI – “Io non concordavo con Quota 100 e non verrà rinnovata, ora occorre assicurare una gradualità nel passaggio a quella che era una normalità”. Lo dice, soffermandosi sul tema pensioni, il premier Mario Draghi dopo il Consiglio Ue. Il tema delle pensioni “sarà oggetto della legge di bilancio che presenteremo questa settimana che viene. Io ho sempre detto che non condividevo quota 100, ha una durata triennale e non verrà rinnovata. Quello che occorre fare è assicurare una gradualità nel passaggio a quello che era la normalità. L’importante è tener fisso il fatto che quota 100 non verrà rinnovata per un triennio e allo stesso tempo, occorre essere graduali” nell’applicazione delle nuove norme.
PATTO DI STABILITA’ “Abbiamo un anno” per parlare di revisione del Patto di Stabilità, c’è tempo per maturare punti di vista che siano realistici”. Lo dice il premier Mario Draghi dopo il Consiglio Ue sottolineando che “gli impegni che stiamo prendendo sulle vaccinazioni, sulla salute per affrontare future pandemie, sulle vaccinazione nel resto del mondo, sono di una dimensione tale che andranno affrontati con regole di bilancio diverse: abbiamo un anno per parlarne” e affrontarle “in modo realistico”. Sul Pnrr “non abbiamo nessun ritardo. Abbiamo sempre rispettato gli appuntamenti, intendiamo continuare a farlo e non registro preoccupazione nei nostri partner. L’unica cosa da fare è andare con convinzione e rapidità nell’attuazione degli impegni presi”. Lo dice il premier Mario Draghi dopo il Consiglio Ue.
COVID– “I contagi sono in salita, molto di più in altri Paesi. Finora in Italia sono maggiori di pochi giorni fa, dobbiamo capire se sono maggiori per il numero molto più elevato di tamponi o è frutto di una diffusione” del virus. “Ciò che è importante è che la campagna di vaccinazione continui ad andare bene. Noi abbiamo vaccinato di più di altri Paesi Ue e a dispetto dell’Inghilterra abbiamo mantenuto delle cautele”. Lo dice il premier Mario Draghi dopo il Consiglio Ue. “La terza dose” di vaccino “sarà necessaria per certe categorie specialmente”, come i più vulnerabili e i più anziani.
“C’ è ancora da lavorare”. Così il premier Mario Draghi, uscendo dall’albergo dove alloggia a Bruxelles, risponde a chi gli chiede se è soddisfatto delle conclusioni del Consiglio Ue. E prima dell’avvio dei lavori del Consiglio europeo, Draghi e il Presidente francese Emmanuel Macron hanno avuto un incontro bilaterale. La discussione sul dossier migrazioni tra i leader Ue si è fatta tesa su vari punti della bozza di conclusioni, che è stata riscritta, facendo slittare la fine dei lavori del vertice dei leader Ue. Tre i nodi principali: le azioni della Bielorussia contro le frontiere Ue, i movimenti secondari e i finanziamenti per i piani di azione con i Paesi terzi. In particolare, dove prima si faceva solo un riferimento generico agli attacchi ibridi, ora viene citata la Bielorussia, con possibili “misure restrittive aggiuntive”. Sui movimenti secondari – tema caro all’Italia – si fa riferimento “all’equilibrio tra solidarietà e responsabilità”.
I rincari energetici – Agire subito. Per non danneggiare la ripresa post-Covid, per preservare quella transizione ecologica che ha i suoi tempi e i suoi costi. Mario Draghi si era presentato all’Europa Building di Bruxelles portando un messaggio netto al Consiglio europeo: il dossier dei rincari energetici non può subire dilazioni. Il tema, nella prima giornata del vertice è caldissimo.
Solo a notte fonda i 27 leader sono riusciti a trovare un’intesa dando “urgenza” alle linee messe in campo dalla commissione, incluso l’acquisto – su base volontaria – si stock comuni di gas. E i capi di Stato e di governo hanno trovato una mediazione sul grande nodo del mix energetico, ovvero su quali fonti i Paesi useranno, con il placet del rating di sostenibilità europeo, per avviare la transizione ecologica. Nelle conclusioni del Consiglio, infatti, si sottolinea che verranno considerate le “specificità” dei vari Paesi. Chi pensa al gas, chi al nucleare, chi al carbone. Quattro ore e mezzo di dibattito per il primo punto sul tavolo di un Consiglio già destinato a infiammarsi sul caso polacco danno il senso della crucialità del dossier energetico. Draghi è stato tra i primi a intervenire, invocando linee di azioni urgenti. Poco prima, a Roma, il ministro dell’Economia Daniele Franco ha ammesso che il caro-prezzi “è un fattore che può essere di ostacolo al consolidarsi della ripresa”, assicurando che il governo è pronto a ulteriori interventi.
A Bruxelles il presidente del Consiglio ha invece messo subito sul tavolo l’importanza di un coordinamento. “Bisogna intervenire al più presto per limitare gli aumenti del prezzo dell’energia, per preservare la ripresa e salvaguardare la transizione ecologica”, ha spiegato Draghi. La toolbox elaborata dalla Commissione a inizio ottobre è un primo passo ma l’Italia – come anche la Spagna -si è presentata chiedendo più ambizione. Pedro Sanchez, prima di entrare al vertice, ha sottolineato ad esempio che vorrebbe che una prima parte dell’iter si chiudesse già a dicembre. La discussione è stata “molto approfondita”, spiega una fonte Ue usando una formula che spesso maschera evidenti divisioni. Del resto la stessa Angela Merkel sulla strada dello stoccaggio comune per calmierare i prezzi è tiepida. Più che intervenire sul mercato è “meglio adottare misure di sostegno sociale, come facciamo ad esempio in Germania”, è stata la linea della cancelliera. E poi c’è il concetto di mix energetico, definito da una fonte diplomatica una parole chiave del dossier. Concetto che contiene una domanda cara a tutti i big dell’Ue: quali sono le energie utilizzabili nella transizione alle rinnovabili? La Francia, ad esempio, sventola la bandiera del nucleare. In Germania è ancora ampio l’uso del carbone. L’Italia spinge sul gas.
Tutti devono fare i conti con la tassonomia europea, che decide cosa è più o meno verde. Con tutte le conseguenze finanziarie del caso. Dulcis in fundo, a rendere elettrica la discussione è stato anche il ruolo del mercato degli Ets – le emissioni di Co2 – sul caro-prezzi. La Spagna ha chiesto una maggiore vigilanza, la Repubblica Ceca l’ha messo letteralmente nel mirino mettendo a rischio fino all’ultimo minuto un accordo sul testo finale. Alla fine le conclusioni del vertice incaricano la Commissione di mettere in campo uno studio sulla funzionalità del mercato energetico e su quello degli Ets. Valutando se movimenti speculativi necessitano di “ulteriore regolamentazione”. Sempre nel testo si fa chiaro riferimento a misure di medio e lungo termine da mettere in campo per rendere tollerabili, a famiglie e imprese, i prezzi energetici. Ma prima c’è l’urgenza. Se ne parlerà martedì alla riunione straordinaria dei ministri dell’Energia, a Lussemburgo. Prima dello showdown nell’ultimo summit dei leader del 2021. (fonte:Ansa)
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