di FABIO CAMILLACCI/ Come nel derby della Capitale: vince il Napoli, ma è la Juventus a fare festa. Bianconeri in finale di Coppa Italia per il terzo anno consecutivo. Le “quattro giornale di Napoli” si chiudono nel peggiore dei modi: in due gare consecutive al San Paolo contro la Vecchia Signora dell’odiato grande ex Higuain, tra campionato e coppa nazionale, i partenopei raccolgono solo un pareggiotto che peraltro li allontana pure dal secondo posto occupato dalla Roma. Dunque, un altro anno da “zeru tituli” per il Napoli del tanto incensato Sarri, premiato anche con la “Panchina d’oro”. Se vi esalta un gioco spumeggiante che però non porta da nessuna parte, allora Sarri vale Zeman. Questa è la realtà: elogi tanti ma “zeru tituli” in due anni. Stesso discorso per la Roma con una pesante differenza: per i giallorossi “zeru tituli” da quasi 10 anni (ultimo trionfo, la conquista della 9° Coppa Italia nel 2008 col primo Spalletti in panchina) da quando al comando del club c’era Rosella Sensi, figlia del compianto presidente Franco. La gestione americana se vogliamo ha peggiorato le cose. Ma torniamo a Napoli-Juventus.
Il “Pipita” zittisce Fuorigrotta con una doppietta e la Juventus ora sogna il “triplete”. I tantissimi fischi, conditi da insulti, non bastano a neutralizzare chi il gol ce l’ha nel sangue. I 2 di stasera rendono inutili i centri firmati Hamsik, Mertens e Insigne. Finisce 3-2 per gli azzurri ma passa la Juve forte del 3-1 ottenuto nel match d’andata allo Stadium. Una cosa è certa: pubblico e telespettatori si sono divertiti perché, rispetto alla sfida di domenica, stasera abbiamo visto una bella partita. La Juventus festeggia e sogna il “triplete”: prima in campionato con 6 punti di vantaggio sulla seconda in classifica, ai quarti di finale di Champions League (la attende il Barcellona) e in finale di Coppa Italia (a giugno se la vedrà con la Lazio nella finale unica all’Olimpico). Ma se il “triplete” resta il grande sogno bianconero, un altro “double” è ampiamente alla portata della squadra di Allegri: brutta, cinica, cattiva, fortunata e vincente.
Stadio San Paolo: tre giorni dopo il protagonista è sempre lo stesso, Gonzalo Higuain. I tifosi napoletani presenti sugli spalti, non si sono ancora stufati di fischiare e di insultare il “Pipita” e così, in Coppa Italia, ripropongono la stessa accoglienza vista, e sentita, nella partita di campionato domenica sera. Stavolta però il Pipita reagisce: prima con un ironico applauso verso la Curva durante il riscaldamento, poi indicando la tribuna autorità, dove è seduto De Laurentiis. Un gesto che diventerà improvvisamente chiaro dopo la rete del vantaggio juventino quando il labiale di Higuain è chiaro: “E’ colpa tua” (foto). Ma l’argentino non esulta, così come aveva fatto in occasione delle due reti segnate al Napoli allo Stadium. Stesso atteggiamento dopo il raddoppio quando è sommerso dall’abbraccio di gruppo.
L’analisi della partita. Il primo acuto bianconero della serata è al 32′ del primo tempo, quando la Juve passa in vantaggio complicando i piani di rimonta dei padroni di casa. E’ un’altra squadra rispetto a quella vista tre giorni fa: meno bloccata, consapevole che serve un gol subito per mettere al sicuro la qualificazione. Allegri rispetto alla gara di campionato rivoluziona la squadra: rimette Dybala dietro a Higuain, Cuadrado a destra e Sturaro al posto di Mandzukic. A centrocampo: fuori Pjanic e dentro Rincon. Sarri risponde con Milik al centro del tridente, le altre novità rispetto a domenica sono Zielinski, Ghoulam, Diawara e Chiriches. Tra i pali torna Reina che non è immune da colpe sul primo gol del “Pipita”: sul tiro di destro che porta in vantaggio la Juventus è posizionato male, troppo a sinistra. Il Napoli dal canto suo, a inizio partita, non sfrutta una grande occasione con Callejon, anticipato bene da Neto, portiere di Coppa Italia. Il vice Buffon è provvidenziale anche nel secondo tempo, quando interviene su Milik. Poco dopo però subisce il pareggio di Hamsik, ancora lui come in campionato.
La fiammata di “Marechiaro” riaccende le speranze di finale del Napoli. Il popolo azzurro si infiamma e torna a crederci dopo 8 minuti del secondo tempo. La Juventus però reagisce e trova subito il nuovo vantaggio con il solito Higuain: cross di Cuadrado e destro imprendibile del bomber argentino. Il tutto al termine di una bella azione bianconera: numero di Alex Sandro, palla che transita per i piedi di Dybala prima di arrivare al colombiano. La partita è bella e vivace: Sarri mette Mertens per Milik e al belga basta meno di un minuto per approfittare di un pasticcio di Neto e segnare il 2-2 (una papera come quella di Donnarumma col Pescara, quella del portiere brasiliano). Poco dopo arriva anche il 3-2 con Insigne e il Napoli sfiora addirittura il quarto gol con Pavoletti, ma l’impresa non riesce. A quel punto per passare sarebbe servito un clamoroso 5-2. Brutto episodio al fischio finale: durante la festa della squadra di Allegri, Dani Alves viene colpito al petto da una bottiglietta lanciata dagli spalti, per fortuna senza conseguenze. A inizio partita invece un novello “Cavallo Pazzo” napoletano era riuscito a entrare in campo per dileggiare i bianconeri e ovviamente Higuain. Alla fine però sono proprio Higuain e la Juventus a far festa. Le “quattro giornate di Napoli” sono praticamente fallite.
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