La magistratura vaticana ha deciso di perseguire anche cittadini italiani (in particolare i due giornalisti autori di libri usciti proprio in questi giorni) per le rivelazioni degli scandali che si verificano dietro le porte di San Pietro. Sono cinque, infatti, le persone rinviate a giudizio nell’inchiesta vaticana sulle fughe di notizie: oltre i due arrestati, monsignor Vallejo Balda (ancora detenuto) e Francesca Immacolata Chaouqui (subito scarcerata dopo il fermo durato una notte) vi figurano anche i giornalisti Gianluigi Nuzzi (l’autore di “Via Crucis” che non si è presentato per l’interrogatorio) e Emiliano Fittipaldi (l’autore di “Avarizia”, che si è fatto interrogare) nonché Nicola Maio, già segretario particolare di monsignor Balda durante i lavori della Cosea, la Commissione referente voluta da Papa Francesco per una verifica amministrativa e organizzativa dei dicasteri vaticani in vista della Riforma.
Vedremo come il Vaticano spiegherà la singolare mossa giudiziaria, visto che un comunicato in merito sarà emesso appena terminate le notifiche ai soggetti interessati. Non è stato rinviato e nemmeno mai indagato il giornalista Mario Benotti, attuale capo della segreteria particolare del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Sandro Gozi.
Benotti si era autosospeso dall’incarico non appena il suo nome era stato pubblicato da due quotidiani italiani (notizia che poi aveva fatto il giro del mondo presentandolo come “il terzo corvo” di Vatileaks due) anche se mai era stato citato dalle fonti vaticane, che pure avevano dato ampie informazioni sull’inchiesta. A quanto riferisce l’Agenzia Italia, Benotti aveva chiesto e ottenuto di incontrare gli inquirenti e la Gendarmeria Pontificia per chiarire la sua posizione, spiegando di non aver mai avuto nulla a che fare con la diffusione dei documenti della Cosea che è l’oggetto dell’inchiesta Vatileaks due.
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