Missione del presidente del Consiglio Mario Draghi e del ministro degli Esteri Luigi Di Maio in Libia per incontrare il nuovo capo del governo di unità nazionale, legittimato dal Parlamento, che punta alla riconciliazione nazionale. Obiettivo di questa missione: tentare di ricostruire quella che è stata “un’antica amicizia”, ha affermato Draghi nelle dichiarazioni congiunte con il primo ministro libico Abdulhamid Dabaiba a Tripoli. “Un requisito essenziale per procedere con la collaborazione è che il cessate il fuoco continui. C’è la volontà di riportare l’interscambio economico e culturale ai livelli di 5-6 anni fa”, aggiunge. “E’ un momento unico per guardare al futuro e per muoversi con celerità e decisione. C’è la volontà di riportare quello che era l’interscambio culturale ed economico con la Libia ai livelli di cinque, sei, sette o otto anni fa e la conversazione di oggi mi assicura che si vuole anche superarlo”, spiega Draghi, aggiungendo che “è stato un incontro straordinariamente soddisfacente. Abbiamo parlato della cooperazione in campo infrastrutturale, energetico, sanitario e culturale. L’Italia aumenterà le borse di studio per gli studenti libici e l’attività dell’Istituto di Cultura italiano. Si vuole fare di questa partnership una guida per il futuro nel rispetto della piena sovranità libica”, aggiunge e precisa: “Sul piano dell’immigrazione noi esprimiamo soddisfazione per quello che la Libia fa nei salvataggi e nello stesso tempo aiutiamo e assistiamo la Libia. Ma il problema non è solo geopolitico, è anche umanitario e in questo senso l’Italia è uno dei pochi Paesi che tiene attivi i corridoi umanitari”.
A sua volta il premier libico Abdulhamid Dabaiba ha affermato: “Una delle questioni più importanti da riattivare è l’Accordo di amicizia del 2008, a cominciare dalla costruzione dell’autostrada. Prevediamo un aumento della collaborazione nell’elettricità e nell’energia. Una delle questioni più importanti da riattivare è l’Accordo di amicizia del 2008, a cominciare dalla costruzione dell’autostrada. Prevediamo un aumento della collaborazione nell’elettricità e nell’energia”.
La visita di Draghi ha comunque un valore simbolico: la Libia, sia pur a fatica, è tornata a rimettersi in carreggiata in direzione delle elezioni politiche da tenersi il prossimo dicembre. Ha un primo ministro riconosciuto in Tripolitania e Cirenaica e votato con un cospicuo consenso politico. E per l’Italia, dopo un periodo di “assenza”, tornano ad aprirsi spiragli diplomatici (come l’apertura del consolato a Bengasi), economici e anche sulla cooperazione sui migranti.
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