La nave “Diciottti” (da 5 giorni con 177 migranti a bordo) diventa un caso che divide tre ministri: Salvini, Toninelli e Moavero

La nave “Diciotti” della Guardia Costiera (con 177 migranti raccolti in mare), da giorni in rada davanti alla costa di Lampedusa, è di nuovo al centro di una bufera, non meteorologica ma politica, a livello europeo e nazionale. Il ministro delle Infrastrutture, Toninelli (M5s), ha deciso di farla approdare a Catania, ma il ministro dell’Interno, Matteo Salvini (Lega), non ha dato l’autorizzazione allo sbarco dei passeggeri  finché non avrà certezza che i 177 migranti a bordo verranno distribuiti tra vari paesi europei,  altrove. Lo si apprende da fonti del Viminale, che sottolineano che si attendono risposte dall’Europa: fino a quel momento dalla “Diciotti” non scenderà nessuno.

Danilo Toninelli ha scritto su Twitter: “I valorosi uomini della Guardia Costiera  hanno compiuto il proprio dovere salvando vite umane ad appena 17 miglia da Lampedusa. Ora l’Europa faccia in fretta la propria parte”.

A sua volta il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, informa che “la Farnesina ha ufficialmente e formalmente investito della questione la Commissione europea, affinché provveda a individuare una soluzione in linea con i principi di condivisione tra gli Stati membri dell’Unione Europea”. E sottolinea che “il governo italiano ritiene indispensabile che la Commissione assuma direttamente l’iniziativa, vocata a individuare i Paesi Ue disponibili ad accogliere le persone salvate in mare”.

“Un’azione decisa da parte delle istituzioni europee – afferma il ministro Moavero Milanesi – che l’Italia naturalmente sostiene appieno, può consentire di superare in modo ordinato e sistemico le difficoltà e rendere strutturale l’approccio di condivisione degli oneri, peraltro già applicato più volte, negli ultimi due mesi, sulla base di intese ad hoc fra gli stessi Stati”.

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