La partita comincia ora, ma l’Emilia Romagna non ubriachi il Pd

di NUCCIO FAVA* – Si è davvero all’inizio, e la sconfitta di Salvini è di sicuro un risultato positivo per il centro sinistra. Anche perché ha intercettato in modo non secondario il movimento complesso delle sardine, realtà comunque magnetica e complessa, che ha però sicuramente risvegliato le fedeltà ai valori costituzionali della Repubblica, che si erano molto assopiti come il senso concreto della solidarietà e della appartenenza alla stessa comunità, pur con tutte le sue difficoltà e problemi. La stessa che in qualche modo si esprime e ci sorprende in occasione di catastrofi naturali, pur in assenza di speciali parole d’ordine o di inviti sopra le righe, alla lunga insopportabili come gli slogan gridati su tutte le piazze dal capo leghista.

Salvini è stato di conseguenza avvertito e rappresentato come un capo politico demagogico e pericoloso, intollerante, presuntuoso e portatore velleitario di una presunta novità illustrata in ogni dove, in modo esclusivo sino ad oscurare la stessa candidata leghista mai lasciata sola a presentare le sue ragioni, ma affiancata sempre dal grande capo, anche nel commento della disfatta.

Tutto questo pone un grande problema al futuro del centrodestra, che non potrà consentire a Salvini di scorrazzare come attore esclusivo nel vasto prato elettorale dei prossimi appuntamenti regionali. A maggior ragione in occasione di elezioni politiche generali che appaiono comunque meno prossime del voto in Emilia Romagna.

Al contrario, molto diversa ma non meno difficile e complessa la condizione del centrosinistra. C’è prioritario il problema di riprendere e sviluppare l’azione di governo, con la nuova condizione in cui si sono venuti a trovare i Cinquestelle, mortificati in questa tornata di voto regionale. Sono per molti versi note le diversità e i motivi di scontro: da una parte e dall’altra, andrebbe portato avanti un lavoro reciprocamente costruttivo considerando che in fondo questo singolare connubio può positivamente procedere se i cittadini sono messi in grado di comprenderne l’utilità e i vantaggi per il paese, specie per la parte più debole e in maggiori condizioni di bisogno : sviluppo, lavoro, giovani, donne, Mezzogiorno.

Anche Europa e politica estera dovranno costituire l’orizzonte più avvertibile di una capacità per l’Italia di stare in un contesto geopolitico in movimento e sempre più complesso. Ma per il Pd c’è nello stesso tempo il compito impegnativo di lavorare per una ricomposizione di tutte le voci riconducibili ad una seria sinistra di governo che sappia prima di tutto risultare credibile ai cittadini e quindi indicare una prospettiva di governo per gli anni a venire.

*Nuccio Fava, presidente della sezione italiana dell’Associazione Giornalisti Europei, è stat. direttore del Tg1, del Tg2 e delle Tribune elettorali Rai.  

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