di FABIO CAMILLACCI/ Il big-match della 9° di campionato, Napoli-Inter, finisce col risultato che non ti aspetti: senza reti. D’altronde, al San Paolo si sono affrontate le difese al momento più forti della Serie A: 5 gol subiti. Certo, fa effetto veder steccare il miglior attacco del torneo: il Napoli con 26 reti all’attivo. Lo 0-0 va bene soprattutto alla Juventus e alle altre inseguitrici che adesso hanno l’opportunità, vincendo, di accorciare sia sui partenopei primi in classifica che sui nerazzurri secondi. Ma il pareggio nel secondo anticipo di questo 9° turno conferma anche un’altra cosa: che l’Inter di Spalletti c’è e non avendo l’impegno infrasettimanale di Coppa Europee può lottare per lo scudetto. Don Lucio da Certaldo è il valore aggiunto. Il pari inoltre interrompe la lunga scia di vittorie del Napoli (la squadra di Sarri si ferma a 8) e fa rimanere lo stesso Napoli e l’Inter le uniche due compagini ancora imbattute. E’ stato uno 0-0 comunque vibrante in cui i nerazzurri si sono confermati un blocco granitico e hanno cercato di ribattere colpo su colpo contro una capolista che non a caso, come detto, prima di questa sera aveva sempre segnato e vinto. Insigne stringe i denti e Sarri può schierare il Napoli migliore, con i rientri di Jorginho e Allan rispetto alla sfida di Champions in casa del Manchester City. Spalletti invece recupera Joao Mario solo per la panchina e conferma l’undici che ha iniziato il derby, con Borja Valero alto e la coppia Vecino-Gagliardini davanti alla difesa, dove Nagatomo ancora una volta viene preferito a Dalbert.
La partita. Alla faccia delle presunte fatiche di coppa, il primo tempo è una cadenzata danza azzurra cui però l’Inter si oppone con orgoglio e provando a riproporsi appena può. Con una difesa che passerà spesso a tre con gli scivolamenti di Nagatomo (concentratissimo su Callejon) a fare numero a centrocampo. I padroni di casa sono una sinfonia di sovrapposizioni e cambi di ritmo, ma impressionano soprattutto per come sanno portare un pressing altissimo che costringe l’Inter a non distrarsi un attimo. L’Inter balla ma non sballa, anche nella propria area evita di spazzarla cercando di giocare sempre il pallone pure a costo di rischiare parecchio sugli agguati di Mertens e soci. E nel finale di primo tempo addirittura i nerazzurri tirano in porta due volte. Nessun cambio nell’intervallo, ma la banda Spalletti va subito vicinissima al vantaggio con Vecino che al 2′ piazza un “coast to coast” come nel finale del derby, riceve il pallone di ritorno da Icardi, salta Reina in uscita e troverebbe anche la porta dalla linea di fondo. Albiol salva sulla linea. Spalletti da grande tecnico ha preparato bene il match, perché gli avversari raramente riescono a superare la cerniera Vecino-Gagliardini. E quando succede i difensori non fanno passare gli spifferi, complice anche la serata non ispiratissima del “tridente maravilla” di Sarri. Ma nel finale serve il solito super Handanovic per strozzare in gola a Fuorigrotta l’urlo del gol, con Miranda che per anticipare Mertens costringe lo sloveno alla paratona salva risultato: 0-0, giusto così.
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