La patetica sceneggiata pseudo-politica di Renzi e Calenda: i fantomatici “fondatori del Terzo Polo” si rinfacciano la responsabilità del comico fallimento di un progetto velleitario

 Il patetico naufragio dell’inesistente “Terzo Polo” della politica italiana si consuma con una rottura netta tra Carlo Calenda e Matteo Renzi, rispettivamente capi di “Azione” e “Italia Viva”,  e uno scambio, velenoso quanto patetico, di accuse reciproche. “C’ è grande delusione”, dichiara il segretario di Azione. “Credevo che si potesse fare il partito unico e ingenuamente che Renzi facesse un passo di lato, dato che guadagna due milioni in giro per il mondo”, dice Calenda intervistato da Repubblica. “La verità – prosegue – è che Renzi strutturalmente non può fare un passo di lato. Si è visto dopo il referendum“. Il presidente del mai nato Terzo polo dice di avere capito che il leader di Italia viva non avrebbe fatto un passo di lato “quando a dicembre si è ripreso il 100% di Italia Viva. L’ho chiamato e mi ha detto: stai sereno“. “È uno che se non stai attento te se ‘magna‘ – sostiene Calenda -. Ma io sono un boccone indigesto”, insiste. “Qualcuno me lo aveva detto che dovevo stare attento – rivela -. Ma non credo sia stato un errore allearci alle Politiche“, insiste non riuscendo rassegnarsi.

I gruppi parlamentari spero che continuino a esistere, dopotutto – afferma, incorreggibile, il fondatore di Azione – sui temi (?) abbiamo fatto un ottimo lavoro con Rosato, Bonetti, Marattin“. Possibile ora un’alleanza col Pd di Elly Schlein? “Mai dire mai – azzarda, incorreggibile, Calenda -. Ma se fanno asse con i 5 Stelle li vedo lontani da noi. Calenda apre però ai delusi di Forza Italia con la sua incorreggibile perseveranza: Il nostro cantiere sarà aperto. Il partito nuovo lo faremo lo stesso. Con i libdem europei, con i popolari“. E dialoga… con Emma Bonino. “Sentirò gli organismi di +Europa – dice -. Il nostro progetto in teoria era aperto anche a loro, dall’inizio” (ma davvero?!).

Matteo Renzi, però, ribatte: “La loro amarezza è anche la mia, la nostra. Se ci fosse stato un motivo politico per rompere ce ne saremmo fatti una ragione. Con Azione abbiamo avuto due linee diverse, per esempio sul mandare a casa Salvini (la sua specialità, infatti, è “mandare a casa”…. gli altri). Quella era una divisione politica. Non c’è niente di politico nella divisione che ho maturato. Non voglio alimentare però polemiche. In questi mesi ho dato la massima disponibilità. Di più non potevo fare. Abbiamo detto che siamo quelli che facciamo… le cose sul serio. Se confrontate il documento di Azione, pubblicato sui social, e il documento con le nostre proposte di modifiche, capirete che non ci sono motivi politici per rompere“, dichiara il cosiddetto leader di Italia Viva a Radio Leopolda (?) dialogando con Roberto Giachetti. “C’era una grande occasione del Terzo Polo – ha aggiunto – e Calenda ha deciso di non farlo: è un errore. Non alimentiamo le polemiche. Basta guardare i documenti. Abbiamo fatto tutto il possibile”, continua nel festival della cialtroneria politica.

Poi il cosiddetto (o ex) leader di Iv sottolinea: “E quello spazio politico contro i populismi e i sovranisti c’è anche se non c’è più Calenda, dovremo rilanciare sulla politica e i progetti. Nei prossimi giorni  – aggiunge – tornerò un po’ a girellare per l’Italia, ci sarà da far partire il Riformista, da ripartire con l’organizzazione di Italia Viva, e con la massima apertura a tutti coloro che vorranno costruire con noi il Terzo Polo senza alcun protagonismo da parte mia. Ho fatto un passo indietro per favorire la leadership di Calenda quando Calenda è stato disponibile. Sono disponibile a dare una mano a tutti e a tutte per ché vengano a darci una mano, lavoro per costruire un’esigenza dell’Italia, uno spazio di libertà che c’è” e “che non possiamo buttare via dentro le nostre polemiche“, insiste Renzi arrampicandosi sugli specchi. “Nei prossimi giorni io tornerò a parlare con gli amici di Iv per riorganizzarci tra noi. Ma noi siamo aperti a qualsiasi tipo di collaborazione, intanto con Azione cerchiamo di lavorare insieme dove è possibile, dove siamo d’accordo. Nei gruppi parlamentari noi siamo per andare avanti insieme, nelle azioni politiche e in Parlamento. Cerchiamo di fare tutto tranne i falli di reazione”. E… chiarisce: “Le nostre porte sono aperte alla collaborazione con Azione e non solo: con +Europa, i popolari, i liberali, le liste civiche, dove si può uniamo. Però dobbiamo evitare di continuare a fare danni come questa settimana. Quindi: faccio un appello a quelli di IV, non facciamo polemiche“.

Ma il “nuovo” Terzo Polo, prima delle eventuali mosse future, dovrà risolvere la questione dei gruppi al Senato e alla Camera. Nei corridoi di Palazzo Madama si ipotizza che due o tre senatori di FI siano già disposti a rafforzare il gruppo dei renziani. E sarebbero sufficienti a sfondare la soglia dei 6 componenti per un nuovo gruppo. Situazione più complessa alla Camera, dove Azione conta 12 deputati, contro i 9 di Italia Viva. Ma entrambi dovrebbero chiedere la deroga all’Ufficio di Presidenza. (e. s.)

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