di SERGIO TRASATTI/ Sono passati 29 anni dalla scomparsa di Davide Cervia, l’ex sottufficiale della Marina Militare Italiana sparito nel nulla il 12 settembre 1990. Le inchieste nel corso degli anni sono arrivate alla conclusione che l’esperto in guerre elettroniche fu rapito a Velletri in provincia di Roma da un commando composto da persone ancora oggi ignote. Per i tanti depistaggi è stato condannato il ministero della Difesa. La vicenda è stata approfondita a “La Storia Oscura” su Radio Cusano Campus.
Le parole della moglie. Al microfono di Fabio Camillacci, la moglie di Davide Cervia, Marisa Gentile, ha dichiarato: “A gennaio del 2018, il Tribunale civile di Roma ha emesso una sentenza importantissima condannando il ministero della Difesa per depistaggi sulla vicenda di Davide Cervia. Purtroppo l’atteggiamento omissivo e depistatorio dello stesso dicastero nel corso degli anni, ha fatto si che questa storia venisse insabbiata. Fortunatamente l’ex ministro della Difesa Elisabetta Trenta ha rinunciato a fare appello contro quella sentenza, come invece aveva disposto il suo precedessore Roberta Pinotti. Pertanto, rigrazio ancora Elisabetta Trenta che non solo ha rinunciato a fare appello ma ha anche ritenuto doveroso chiedere scusa alla nostra famiglia per tutti gli errori, chiamiamoli così, fatti su questa incredibile storia dalle varie istituzioni a partire dal 1990″.
La famiglia Cervia si appella alla Presidenza del Consiglio. A tal proposito Marisa Gentile ha detto: “Ovviamente non ci accontentiamo perché le scuse ci hanno fatto piacere, in quanto è stato riconosciuto che avevamo ragione, però credo che sia giusto arrivare a una verità: che fine ha fatto mio marito? Chi lo ha rapito e fatto sparire? E perché? A questi interrogativi si può rispondere solo attraverso l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta. Spero quindi che il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte dia seguito alla comunicazione che mi inviò nel luglio scorso e in cui ci informava che Palazzo Chigi stava lavorando in questa direzione dietro imput dello stesso ministro Trenta. Quindi spero con tutto il cuore che Conte mantenga questa promessa anche perché la nostra battaglia di verità e giustizia interessa tutti i cittadini italiani. Certo, c’è un pizzico di preoccupazione in me perché alla Difesa è tornato un ministro del Pd, Lorenzo Guerini, come era del Pd Roberta Pinotti, però confido nel premier che mi sembra una persona per bene e mi auguro che mantenga la promessa e faccia finalmente luce su questo e altri misteri d’Italia”.
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