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La “tortura giudiziaria” dei giudici della Corte d’assise del Cairo sul giovane ricercatore egiziano Patrik Zaki, che frequenta l’Università di Bologna, segna un’altra tappa con la decisione di altri 45 giorni la detenzione. Lo ha riferito all’Ansa la sua legale, Hoda Nasrallah, sottolineando che è stata anche respinta la richiesta, presentata ieri dalla difesa, di un cambio dei giudici che seguono il caso. L’udienza si era svolta ieri ma l’esito (purtroppo scontato) si è appreso solo oggi.
Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International in Italia, ha dichiarato: «Quello che la difesa aveva dichiarato ieri, che c’era un accanimento giudiziario nei confronti di Patrick, è confermato dalla decisione di oggi che è crudele, dolorosa. Vorremmo che il Governo italiano facesse subito una cosa, perché può farla subito: convocare l’ambasciatore egiziano a Roma per esprimere tutto lo sconcerto per questo accanimento e chiedere che Patrik Zaki sia rilasciato”. Secondo altri ci sarebbe ancora un’altra cosa che si può fare: concedere a Zaki la cittadinanza italiana e richiederne la liberazione.
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