LA TRAGEDIA DI USTICA/ L’opinione di MICHELE CUCUZZA: «Le parole di Giuliano Amato descrivono una realtà inquietante sulla Nato» 

*Michele Cucuzza, volto storico del giornalismo italiano e autore insieme a Daniele Osnato di “Guarda, cos’è? Il romanzo di Ustica” ci ha inviato questa riflessione in riferimento alla riflessione di Vanessa Piccioni sulla intervista rilasciata dall’ex premier Giuliano Amato sulla strage di Ustica.

E poi Cucuzza ha spiegato: “La conclusione a cui arriva Amato con la sua intervista è inquietante per la nostra esistenza di oggi: l’apparato Nato può decidere un atto di guerra in tempo di pace? Senza l’autorizzazione della politica?  Oppure la politica è complice e tace? Tace per tutto questo tempo, sono passati 43 anni.”

di MICHELE CUCUZZA* – “L’intervista di Amato di oggi è clamorosa, straordinaria. Contiene una serie di verità a cui molti di noi si erano avvicinati nel corso degli anni, ma per l’autorevolezza della fonte è qualcosa di mai visto: dice chiaramente cos’è stato Ustica. Volevano la pelle di Gheddafi. Dice anche chi è stato, la Francia, perché con Gheddafi era in guerra nel Ciad. C’è stato anche il coinvolgimento di alcuni generali americani e della nostra aereonautica militare che si è schierata a difesa delle menzogne. Per anni è stata alimentata l’ipotesi del cedimento strutturale del velivolo o dell’ordigno esplosivo piazzato all’interno. Tesi smentite dopo il ritrovamento del relitto ma ancora sostenute da alcuni politici come Giovanardi, che continua a dire di non credere a nulla di quanto affermato da Amato. La nato ha orchestrato tutto questo e l’ha fatto o con la complicità della politica o a sua insaputa, violando quindi la sovranità nazionale di un paese come l’italia, membro dell’alleanza. L’intervista di oggi di Amato apre tantissime ferite mai veramente rimarginate e coinvolge la politica internazionale e nazionale a più livelli, al punto che ha già replicato il figlio di Bettino craxi, che avrebbe avvisato Gheddafi di non passare sulla rotta di Ustica: dicendo che il monito di suo padre era riferito a una vicenda di anni dopo la strage di Ustica”.

 

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