LA VICENDA DEL TERZOGENITO DI IGNAZIO LA RUSSA/ Il presidente del Senato attaccato dalla segretaria del Pd per le parole di discredito usate nei confronti della ragazza che ha denunciato uno stupro che avrebbe subìto dal figlio terzogenito del presidente del Senato

“Ho parlato da padre e sono stato frainteso”: così si è giustificato il presidente del Senato, Ignazio La Russa, che ha preso le difese del figlio terzogenito, Leonardo Apache (foto) , accusato di violenza sessuale da una ex compagna del liceo al termine di una serata in discoteca. La Russa ha inoltre specificato che non era sua intenzione accusare nessuno, “men che meno la ragazza”. La Russa sostiene che, dopo aver interrogato il figlio sulla vicenda appena ha appreso dai giornali della denuncia della giovane,  aveva dato credito ai dubbi sulla denuncia della giovane perché “presentata 40 giorni dopo l’episodio descritto” e perché gli era stato riferito che prima di incontrare Leonardo Apache la giovane “aveva assunto cocaina”. Di qui le sua perplessità su come era stata ricostruita la vicenda. In ogni caso ribadisce la convinzione della innocenza del figlio perciò ha espresso le sue perplessità su alcuni punti dell’esposto, giungendo alla conclusione che quanto accaduto tra i due giovani non sia “penalmente rilevante”. “Io non accuso nessuno e men che meno la ragazza. Semplicemente, da padre, dopo averlo a lungo sentito, credo a mio figlio”. Infine, il presidente del Senato puntualizza e sottolinea il suo “rispetto per gli inquirenti e il desiderio che facciano chiarezza il più celermente possibile“.
Ma le polemiche non si attenuano. Infatti la segretaria del Pd, Elly Schlein, che afferma:  “Al di là delle responsabilità del figlio di La Russa, trovo disgustoso che la seconda carica dello Stato dica parole che tendono a minare la credibilità delle donne che denunciano a seconda di quanto tempo ci mettono per farlo. Vuol dire ignorare quanto sia difficile denunciare una violenza. Perciò – afferma –  le parole del presidente del Senato “sono parole che fanno un danno culturale, che non possiamo accettare. Sono parole inadeguate al ruolo. Sono parole che offendono tutte le vittime di violenza“. “Perché – si chiede la Schlein – Giorgia Meloni non esce dal suo silenzio? Cosa pensa Meloni del presidente del Senato, il quale  dice che se una donna denuncia più tardi una violenza sessuale non merita di essere creduta?”.

Le indagini

Comunque spetta adesso alla magistratura chiarire e verificare quanto accaduto tra il 18 e il 19 maggio scorsi, notte in cui, secondo l’accusa, si sarebbe consumata l’aggressione sessuale.  Tra oggi e domani la 22enne verrà sentita per raccogliere, con le garanzie previste dalla legge, la sua versione, a cui vanno ancora trovati i riscontri. Versione che, tramite l’avvocato Stefano Benvenuto, ha riportato in poche pagine depositate in Procura lo scorso 3 luglio. Sul ragazzo graverebbe il sospetto di aver drogato il cocktail bevuto dalla giovane in compagnia del presunto aggressore. Tutte cose da verificare nel corso delle indagini.

In queste ore si sta anche procedendo all’analisi del cellulare della ragazza e dell’amico di Leonardo Apache  che quella notte era ospite in casa La Russa (quello del figlio del senatore invece non è stato sequestrato anche per questioni giuridiche) per verificare i contenuti delle chat e i messaggi scambiati sui social. Tra gli elementi che saranno da analizzare ci sono le immagini catturate dalle telecamere di sorveglianza piazzate fuori dall’Apophis Club di via Merlo, o nei pressi dell’abitazione di La Russa.

La versione della presunta vittima

Quella sera, intorno a mezzanotte, ha raccontato, era andata a ballare con un’amica nel locale esclusivo nel cuore di Milano. Lì, dopo averne perso le tracce, ha rivisto Leonard La Russao. Si salutano e poi, dopo due drink, ha riferito di non ricordare più nulla, ma di essersi svegliata “confusa” e “nuda” nel letto del ragazzo intorno a mezzogiorno.

Alla richiesta di spiegazioni “Leonard mi disse: ‘siamo venuti qui dopo la discoteca con la mia macchina‘, che ‘aveva avuto un rapporto con me sotto effetto di sostanze stupefacenti‘ e che un suo amico, che stava dormendo in un’altra stanza  (lei ha precisato di non averlo mai visto, ma che era uno dei dj della serata) – aveva avuto “un rapporto a mia insaputa. (Il dj al momento non risulta essere indagato).

Spaventata – continua la ragazza nella denuncia – mandai un messaggio all’amica che era con me la sera prima per chiederle che cosa fosse accaduto e se fosse stata drogata. “Stavi benissimo prima del drink  – risponde l’amica– ho provato a portarti via ma non mi ascoltavi“.

Uscita dalla casa, ha chiamato la madre che l’ha convinta a farsi visitare alla clinica Mangiagalli. I medici le hanno riscontrato una ecchimosi al collo, una ferita alla coscia e positività alla cocaina, che aveva assunto prima di andare in discoteca. Inoltre è risultata positiva alle benzodiazepine. 

Ora andrà verificato se queste sostanze erano in quantità compatibile con l’uso abituale di tranquillanti che la giovane ha spiegato di assumere su prescrizione medica o se in dose superiore, al punto da ipotizzare che sia stata stordita.

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