(Servizio Ansa). «L’ultimo riconoscimento le è venuto dall’Unesco due mesi fa per avere “salvato la vita” a numerosi migranti e per averli “accolti con dignità”. Per questo Giusi Nicolini è diventata un simbolo nel mondo. Ma tanto non è bastato per assicurarle la rielezione come sindaco di Lampedusa.
E’ stato eletto (con il 40%) l’ex sindaco Totò Martello, vecchia guardia della sinistra e anche Filippo Mannino del M5s (30%) ha preso più voti di lei, che ha ottenuto il 24%. Nicolini non vuole commentare la sconfitta ma è andata negli uffici comunali a portare via le proprie cose.
Di lei rimangono le immagini crudeli che la riprendono sulla banchina del porto davanti a una fila di corpi allineati. Il suo volto era accanto a quello del Papa che nel luglio 2013 si era recato nell’isola, ultimo lembo d’Italia, per essere vicino ai disperati che muoiono in mare per fuggire da guerre e miseria. Nell’ottobre dell’anno scorso Matteo Renzi l’aveva voluta accanto a una cena con Obama alla Casa Bianca».
Poi – purtroppo per lei – Renzi ha insistito. E qualche settimana prima delle elezioni l’ha chiamata a far parte della segreteria nazionale del Pd. E gli elettori le hanno preferito il suo avversario più fiero, l’ex sindaco Salvatore Martello, leader dei pescatori, anche lui del Pd ma schieratosi contro Renzi e sostenuto da Pietro Bartolo, il medico protagonista del film “Fuocoammare”.
E lui, il ri-segretario del Pd – mentre lasciava il suo vice, Martina, a metterci la faccia nello spiegare ai giornalisti e alle telecamere che queste elezioni erano andate “bene”- se andava in trasferta ad Amatrice, dove un piccolo stuolo di teleoperatori lo immortalavano mentre si aggirava , in compagnia di Zingaretti (non l’attore, il fratello presidente della Regione Lazio), tra le rovine del terremoto. Trasformate, da immagini di distruzione di massa, in strumento di distrazione di massa. Ma mani da stringere non ce n’erano: qualcuno, da lontano, gli ha fatto ciao.
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