A Terno d’Isola (Bergamo) sono stati celebrati stamattina i funerali di Giovanni Bossetti. Anche al figlio Massimo, detenuto con l’accusa di aver ucciso la piccola Yara Gambirasio, è stato concesso dalla magistratura di parteciparvi dopo avergli consentito ieri di dargli un ultimo saluto nella camera ardente dell’ospedale. L’uomo, deceduto all’età di 73 anni dopo una lunga malattia, secondo il Dna non sarebbe il padre naturale di Massimo e della sorella gemella Laura Letizia, ma entrambi lo considerano il vero genitore perché li ha cresciuti con affetto e a prezzo di sacrifici, all’oscuro di ciò che poi le indagini scientifiche sull’uccisione di Yara hanno inopinatamente rivelato (e che la loro mamma continua a negare) e cioè che il loro padre naturale sarebbe un conducente di autobus morto nel 1999.
Nella chiesa parrocchiale di San Vittore Martire carabinieri e agenti della polizia penitenziaria in borghese che accompagnavano Massimo Bossetti hanno tenuto a distanza curiosi, fotografi e giornalisti che si affollavano nel momento in cui sono arrivati anche la vedova Ester Arzuffi e la figlia Laura Letizia, gemella di Massimo, con il loro legale, l’avvocato Benedetto Maria Bonomo, e poi la moglie di Massimo, Marita Comi, e il cognato Fabio.
A Massimo Bossetti è stato concesso anche di salire sull’altare e di leggere poche parole di addio al defunto: «Papà questa tua perdita ha lasciato in tutti noi un vuoto incolmabile, un dolore nel dolore. Si può avere tutto nella vita. Si possono avere una moglie, dei figli, sorelle, fratelli. Ma quando mancano i genitori non si è più nessuno».
Infine, prima di essere riportato nel carcere di Bergamo, Massimo Bossetti ha potuto abbracciare la mamma Ester, la moglie Marita e la sorella gemella Laura Letizia. (La foto è di Francesco Moro per il Corriere.it)
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