Merita di essere rilanciato oggi in questa rubrica l’editoriale di Marco Travaglio sul Fatto quotidiano perché mette ancora una volta causticamente alla berlina le acrobazie di alcuni editorialisti di testate una volta gloriose, diventate spesso palestre di avventurosi contorcimenti al servizio di tesi che cambiano disinvoltamente colore, obiettivo e interpretazione. In queste settimane le contorsioni dialettiche riguardano le previsioni sulla successione al Quirinale alla scadenza del settennato di Mattarella.
IL TITOLO è “MATTARELLI E GIACCHETTE”
«Che deve ancora dire o fare Mattarella per scollarsi di dosso le lingue appiccicose degli stalker che insistono per il suo bis? Il dito medio alzato? Il gesto dell’ombrello? Un’esclamazione in siciliano, tipo “’sta minchia”? L’altroieri ha fatto trapelare “un certo stupore” per l’acrobatica lettura del ddl costituzionale Zanda-Parrini che vieta la rielezione del capo dello Stato, interpretato da politici e giornaloni come un’astuta manovra per farlo rieleggere. Una barzelletta che i due buontemponi pidini hanno insufflato e lasciato galoppare per una settimana, salvo poi smentirla ora che Mattarella s’è incazzato. Quel pesce di nome Zanda dice che “è giusto il divieto di rielezione”, infatti lui nel 2013 rielesse Napolitano. E ora tutti a dire che Mattarella ha ragione, non se ne può più di chi lo tratta da bugiardo e lo “tira per la giacchetta” (i presidenti, poverini, non hanno giacche, ma solo giacchette, anzi una sola a testa).
Resta da capire con chi ce l’avesse Mattarella. Forse col Corriere, che il 24.11 titolava: “Quirinale, la proposta del Pd: via la rieleggibilità. La speranza è anche quella di lasciarsi una via d’uscita per un Mattarella bis”? Improbabile, infatti ieri titolava: “Stupore e irritazione. Mattarella conferma il no al bis, dopo le interpretazioni sul ddl che lo vieta” (le interpretazioni del Corriere). Ce l’aveva con Repubblica, dove il 3.12 quel gran genio di Folli auspicava “Una via nazionale al Mattarella bis”, “una carta che potrebbe – anzi, dovrebbe – essere presa in considerazione”, “un’intesa sul ddl costituzionale che vieta la rielezione”, così “Mattarella potrebbe essere votato per restare in carica fino al termine dell’iter, coincidente più o meno con la scadenza della legislatura nel ’23”? Difficile, infatti ieri Rep fischiettava: “Il ddl e le voci sul bis, l’irritazione di Mattarella: ‘Fantasie, io non ci sto’” (fantasie di Rep). La Stampa, nella certezza che Mattarella non ce l’avesse con lei, ieri sparava: “L’ira di Mattarella. Perde la pazienza: ora basta insistere sulla rielezione”. E bollava con parole di fuoco “il gioco al massacro” sul “possibile ripensamento” del Presidente che “ha manifestato varie volte la volontà di lasciare” e ora “si ribella” alla “confusione e faciloneria con cui si sta giocando con la più alta istituzione” per “far rientrare dalla finestra il congelamento del tandem Mattarella-Draghi appena uscito dalla porta”. E poi “ci si chiede perché metà degli elettori non va più a votare”, con “questo mediocre spettacolo”! Parole sante, se non fossero firmate da Marcello Sorgi, che il 28.11 scriveva: “Il virus apre al bis di Mattarella”, alla “conferma dell’equilibrio Mattarella-Draghi”. In attesa di scoprire se Mattarella ce l’aveva con Sorgi, una cosa è certa: Sorgi ce l’ha con Sorgi».
Marco Travaglio
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