Lampedusa chiama Roma, ma soprattutto l’Europa

 

di NUCCIO FAVA* -Nella crisi drammatica degli sbarchi non sorprende la rabbia e la reazione scomposta , anche se comprensibile, dei residenti e dei tanti turisti che pure mostrano il legame, spesso antico, con questa perla del Mediterraneo. Ha il torto di essere stata collocata dalla natura più a sud di Tunisi ed essere diventata sponda privilegiata per l’approdo, con ogni mezzo, di diseredati che tentano di fuggire da veri e propri lager , da luoghi di tortura e persecuzioni le più disumane su cui papa Francesco non si stanca mai di rinnovare il suo grido alla solidarietà e allo spirito di compassione umana. In una situazione così difficile non è spesso sufficiente l’opera di salvataggio di Ong anche straniere che operano meritoriamente mettendo in salvo centinaia di vite.

Nuovi flussi ininterrotti giungono giorno e notte sull’isola, fuori dal porto e da luoghi di sbarco, invadendo strade e spiazzi tra l’ostilità più diffusa. Anche per la ministra Lamorgese è un’emergenza ininterrotta e difficile, aggravata dall’ostilità dei residenti che si sentono ingiustamente colpiti e senza difese, sostenuti solo da campagne pubblicitarie alla Salvini e alla stregua del presidente della regione Sicilia.

Non tutti ovviamente apprezzano, anzi considerano negative e controproducenti simili esternazioni. Sia pure con alti e bassi in ragione anche delle condizioni del mare, il fenomeno migratorio non può essere delegato all’Italia in esclusiva. E’ questione che riguarda tutta l’Europa come del resto la condizione complessiva del Mediterraneo e dell’Africa. E’ l’unica prospettiva perseguibile da inserire organicamente nel progetto complessivo della nuova Europa avviato da Ursula von der Leyen con il Next Generation Eu, in cui l’Europa deve riuscire ad avere voce e ruolo importanti.

*Nuccio Fava, presidente della Associazione Giornalisti Europei, è stato direttore del Tg1, del Tg3 e delle Tribune elettorali Rai

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