“Ho amato tanto quest’uomo e avrei fatto qualunque cosa per lui”. Sabina Began scoppia subito a piangere dopo poche parole pronunciate davanti ai giudici di Bari rendendo dichiarazioni spontanee nel processo ‘escort’. “Berlusconi era un uomo meraviglioso – ha detto Began – fantastico. Per me è stato prima un fidanzato poi come un padre”.
E’ la prima volta da quando il processo è iniziato, quasi due anni fa, che Sabina Beganovic è in aula. La cosiddetta ‘ape regina’ delle feste dell’ex premier Silvio Berlusconi, vestita interamente in nero, ha deciso di partecipare all’ultima udienza del processo ‘escort’ in cui è imputata insieme con altre sei persone, tra cui l’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini (anche lui in aula), con le accuse di reclutamento, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Entrambi, Began e Gianpi Tarantini, hanno reso dichiarazioni spontanee. Seguiranno le arringhe difensive dei loro avvocati e del legale di un altro coimputato, Massimiliano Verdoscia, accusato insieme con Gianpaolo Tarantini anche di associazione per delinquere.
“Quando si ama una persona gli si dedica la vita. Io volevo difendere il presidente. Ho anche dichiarato che facevo i bunga bunga ma tutti sanno che non era vero. Io lavoravo, non avevo bisogno di fare prostituire ragazze per guadagnare”. Sabina Beganovic rischia la condanna a 3 anni di reclusione nel processo ‘escort’. Con la voce rotta dal pianto ha spiegato ai giudici di aver “organizzato tante cene, l’ho fatto per lui (Silvio Berlusconi, ndr), – ha detto – perché lui diceva che aveva bisogno di loro. Volevo compiacerlo. Oggi mi pento e chiedo a Dio di perdonarmi”.
“Appare incredibile immaginare che cene di prestigio, come quelle organizzate nelle residenze del presidente del Consiglio, con ospiti del calibro di George Clooney, fossero solo occasioni per far prostituire ragazze”, ha detto nella sua arringa nel processo escort in corso a Bari il difensore di Sabina Beganovic, l’ape regina delle feste dell’ex premier Silvio Berlusconi, l’avvocato Fabrizio Siggia, che per l’imputato chiede l’assoluzione. “Began aveva un rapporto intimo con Silvio Berlusconi – ha detto il legale – che le consentiva di avere libero accesso alle residenze dell’allora presidente del Consiglio. Voleva che lui si divertisse, che passasse serate piacevoli, e per questo invitava ragazze che ‘stessero al gioco’, che fossero carine, simpatiche e disposte a compiacerlo, disposte a ridere alle barzellette di Berlusconi anche quando non le capivano”.
Per Siggia, quelle giovani donne portate nelle residenze di Berlusconi erano “ragazze allettate dalla possibilità di entrare in un certo ambiente, consapevoli che se fossero state carine avrebbero ottenuto qualche aggancio, magari l’opportunità di fare la velina in qualche trasmissione”. “Non è emerso alcun contatto diretto di Sabina Beganovic con nessuna di queste ragazze – ha concluso il difensore – e non c’è prova di rapporti di natura sessuale consumati a Palazzo Grazioli la sera del 5 settembre 2008”, quella contestata all’imputata, piena solo di suggestioni“.
“Vi chiedo di giudicarmi con il cuore e non solo con la legge”, ha detto Sabina Began dopo l’arringa del suo difensore.
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