L’Arabia Saudita prevede un futuro senza petrolio, e neppure tanto lontano: “nel 2040, 2050 o dopo, non so”, ha detto Ali al-Naimi, il potentissimo ministro del petrolio del Regno. Una stima che il Financial Times mette oggi in prima pagina, definendola “una clamorosa ammissione” da parte di un Paese che sull’oro nero basa tutta la sua potenza, prosperità e influenza.
Al Naimi è un uomo che, quando parla di petrolio, scuote i mercati. E ieri a un convegno parigino su bussiness e cambiamento climatico ha intrattenuto la platea sostenendo che “in Arabia Saudita sappiamo che, a un certo punto, prima o poi, non avremo più bisogno di fonti fossili”. Poi la previsione temporale – in sostanza entro mezzo secolo – e i piani sauditi per riciclarsi come potenza energetica alternativa.
Riad, ha sostenuto Al Naimi, intende “diventare una potenza globale nell’energia solare ed eolica” e nei prossimi anni potrebbe iniziare ad esportare elettricità oltre al petrolio. Nel settore energetico, fa notare il Ft, molti pensano che l’obiettivo del 2040 per un’economia senza petrolio non sia realistica per l’Arabia Saudita, che consuma oltre il 25% della sua produzione di greggio per uso interno.
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