L’assessore all’Urbanistica del Comune di Roma, Paolo Berdini – che si era abbandonato incautamente a dichiarazioni abbastanza offensive sul conto della sindaca Virginia Raggi in una conversazione registrata con un cronista della Stampa e che di conseguenza aveva offerto le dimissioni, respinte “con riserva” dalla Raggi – potrebbe essere affiancato da uno staff di fiducia della sindaca. Questa l’ipotesi allo studio per evitare la nomina di nuovo assessore e al tempo stesso per supportare Berdini nel difficile lavoro, consentendone la permanenza in quel ruolo. L’idea si è fatta strada in questa in queste ore anche perché l’assessore non ha ancora completato il suo staff. I curricula che circolano in Campidoglio, a quanto si apprende, sarebbero finalizzati a ricercare queste figure. Intanto Di Battista dice: “Lo stadio della Roma (sul cui progetto Berdini ha delle riserve) si fa. M5S mantiene le promesse”.
Invece sulla vicenda che riguarda le polizze di Salvatore Romeo (funzionario del Campidoglio scelto dalla Raggi come capo della sua segreteria con stipendio mensile aumentato a 110mila euro lordi, poi ridotto a 93mila lordi, infine dimessosi dalla carica) è stato precisato dal suo avvocato che da venti anni usa destinare i suoi guadagni a polizze vita intestate a persone a loro insaputa, come accaduto anche per la Raggi: è una forma di risparmio garantito, protetto dall’anonimato, i cui intestatari (comunque sempre revocabili) potrebbero beneficiarne solo in caso di morte del sottoscrittore e solo nel caso che dopo la morte vengano a sapere della esistenza della polizza. Infatti i magistrati avevano già detto che non ritenevano di ravvisare nella cosa gli estremi del reato.
I precedenti del caso Berdini. Ricordiamo che mercoledì “La Stampa” ha pubblicato una sorta di intervista “rubata” all’assessore all’Urbanistica della capitale, nella quale Paolo Berdini ha parlato di una sindaca “impreparata” per certi compiti e attorniata da “una corte dei miracoli”. L’assessore prima ha smentito energicamente, dando persino del “mascalzone” al giovane giornalista; poi – di fronte alla registrazione, sia pure un po’ confusa, della conversazione pubblicata sul sito della Stampa – ha dovuto ammettere di aver pronunciato alcune espressioni poco lusinghiere sul conto della Raggi, che lo ha convocato per chiarire le cose davanti anche agli assessori. “Si è scusato, si è presentato con la cenere in testa e i ceci sotto le ginocchia – dirà poi la sindaca – ed io ho respinto le sue dimissioni con riserva”. Poche parole che descrivono bene il gelo calato sul responsabile dell’Urbanistica.
Nel ‘colloquio’ con il cronista della Stampa le parole di Berdini sulla sindaca Raggi sono pesanti: “Su certe scelte sembra inadeguata al ruolo che ricopre. Ma impreparata strutturalmente, non per gli anni. Se lei si fidasse delle persone giuste… Ma lei si è messa in mezzo a una corte dei miracoli, s’è messa vicino una banda…”. Poi le congetture sulla relazione, già smentita, tra Raggi e Romeo: “Sono proprio sprovveduti….”, afferma l’assessore.
Nell’incontro in Campidoglio Berdini poi ha detto: “Ribadisco la stima alla sindaca Raggi e rimetto il mio mandato”. Ma la sindaca ha respinto, sia pure “con riserva”, le dimissioni . E ora Berdini si sfoga: “Ci stanno massacrando, un vero e proprio linciaggio mediatico che si sta scatenando proprio nel momento in cui l’amministrazione comunale prende importanti decisioni che cambiano il modo di governare questa città. Non sto a raccontare di pesanti insulti e minacce che ricevo quotidianamente in rete. Ora siamo passati anche alle trappole”.
Le frasi incriminate. Ma vediamo che cosa ha detto Berdini nella chiacchierata, che lui non considerava intervista, registrata dal cronista : «Su certe scelte sembra inadeguata al ruolo che ricopre. I grand commis dello Stato, che devo frequentare per dovere, lo vedono che è impreparata. Ma impreparata strutturalmente, non per gli anni… Se lei si fidasse delle persone giuste… Ma lei si è messa in mezzo a una corte dei miracoli. Anche in quel caso, io glie l’ho detto: “Sei sindaco, quindi mettiti intorno il meglio del meglio di Roma”. E invece s’è messa vicino una banda… Sono proprio sprovveduti. Questi (ndr: cioè la Raggi e Romeo, l’uomo delle polizze vita intestate a più persone a loro insaputa, tra cui la sindaca) secondo me erano amanti. L’ho sospettato fin dai primi giorni, ma mi chiedevo, com’è che c’è questo rapporto?… Io sono amico della magistratura. Paolo Ielo (ndr: il pm che indaga sulla Raggi) lo conosco benissimo, è un amico, ma lei è stata interrogata otto ore. Anche lì c’è qualcosa che non mi torna”.
La smentita di Berdini – L’assessore Berdini ha smentito al telefono con Rai News 24 di aver mai rilasciato un’intervista al quotidiano la Stampa. «Stavo parlando con due amici e il giornalista, questo piccolo mascalzone, ha carpito alcune frasi. Sindaca impreparata? Tutti noi della Giunta siamo impreparati, anche io mi ci metto, l’avevo già detto. Non immaginavo il baratro che ho trovato: la città é messa in ginocchio». E aveva insistito: «Non ho mai detto queste cose. Non mi fate scendere nello scantinato in cui è sceso questo poveretto».
Però “La Stampa” ha insistito nel confermare le parole dell’assessore e ha garantito di poter «confermare parola per parola il colloquio con l’assessore Berdini pubblicato a firma del giornalista Federico Capurso. Se umanamente si può comprendere l’imbarazzo dell’assessore – continua il giornale – questo comunque non giustifica in alcun modo gli inaccettabili giudizi che Berdini ha pronunciato sul collega per cercare di smentire quanto riferito».
Consiglieri M5S contro Berdini. «Così Berdini ci danneggia e non fa squadra», dice più di uno dopo avere letto l’intervista su La Stampa, poi smentita dal diretto interessato. «E’ evidente che non sta portando avanti un gioco di squadra, rilascia dichiarazioni più vicine alle opinioni personali che non allo spirito di squadra», dicono alcuni consiglieri, che non condividono l’irrigidimento dell’assessore all’Urbanistica sui vincoli al progetto di stadio della Roma, di cui si sta parlando in questi giorni.
Pronto un sostituto? E nelle ultime ore si erano fatte insistenti le voci di una sostituzione di Berdini con Emanuele Montini (nella foto con la Raggi), collaboratore dell’attuale assessore alla Scuola, Laura Baldassarre, già coordinatore nazionale di Italia Nostra e capo del legislativo del gruppo M5S nonché vicino alla giunta Rutelli, che rumors danno da tempo come possibile sostituto di Berdini. Infatti il nome di Montini spuntò anche settimane fa quando tra M5S e assessore all’urbanistica si erano acuite le frizioni in particolare sul dossier stadio della Roma. Montini è considerato vicino anche all’assessore allo sport Daniele Frongia
Non ancora sciolta da Raggi la riserva verso Berdini. “Se mi fido ancora di Berdini? Non ho ancora sciolto la riserva”: così dice la sindaca di Roma parlando a margine delle celebrazioni in Campidoglio per le foibe. Mentre a chi le chiedeva se avesse pensato al nome di Emanuele Montini come suo sostituto, la Raggi replica: “Montini lavora già con noi, è il capo staff dell’assessore Baldassare, studiate meglio”.
Intanto dalle colonne di ‘Repubblica‘, Berdini in un colloquio, fa autocritica: “La verità – si sfoga – è che mi vergogno. Ho combinato un casino, provocato un danno non solo a me stesso, quello ormai mi interessa poco, ma a Virginia e a una squadra che proprio non lo meritava. In tarda età scoprire di essere un perfetto idiota è davvero un brutto risveglio”.
L’INTERROGATORIO DI ROMEO – E’ durato 5 ore l’interrogatorio in Procura di Salvatore Romeo, l’ex capo della segreteria politica di Virginia Raggi (poi dimessosi), indagato per abuso d’ufficio in concorso con la stessa sindaca per la questione della sua nomina, che aveva comportato un aumento di stipendio da 39mila a 110mila euro lordi mensili, poi ridotti a 93mila lordi su indicazione dell’Autorità anticorruzione presieduta dal giudice Cantone. Il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il Pm Francesco Dall’Olio hanno interrogato Romeo anche sulle polizze vita che aveva sottoscritto a beneficio di 7 persone che non ne erano state informate, tra cui Virginia Raggi.
All’uscita dalla Procura Romeo ha detto: “E’ andata bene, penso di aver chiarito tutto. L’interrogatorio si è svolto in un clima sereno e collaborativo, anche se ho avuto giornate migliori. I magistrati hanno voluto analizzare ogni aspetto e ogni sfaccettatura della vicenda e non mi sembra che mi abbiano fatto nuove contestazioni. Sul mio conto hanno fatto indagini patrimoniali molto complesse. Inoltre nei prossimi giorni i miei avvocati presenteranno una memoria”.
L’interrogatorio si è incentrato anche sulle polizze vita: a Romeo è stato chiesto in particolare perché ne intestò due per complessivi oltre 30 mila euro a Raggi nel gennaio 2016, quando l’avvocatessa ed ex consigliera comunale era in corsa nel M5s per la candidatura al Campidoglio. La questione non costituisce reato, ha fatto sapere la Procura giorni fa, ma continuano gli accertamenti per verificare se le polizze, tra cui altre intestate ad attivisti M5S, potessero essere una sorta di finanziamento.
Romeo ha trascorso ieri diverse ore chiuso nello studio romano del suo legale, Luponio, a preparare l’appuntamento con i magistrati. Sull’ipotesi di abuso d’ufficio la chiave dell’accusa è nella delibera della giunta Raggi del 9 agosto 2016, approvata all’unanimità da sindaca e assessori, che attribuiva a Romeo il nuovo incarico, senza specificare il compenso ma rimandando a discipline contrattuali.
L’anomalia fu segnalata dall’allora capo di gabinetto di Raggi, Carla Raineri, in un esposto alla Procura di Roma, dopo essersi dimessa il 1° settembre su sollecitazione dell’assessore dimissionario al Bilancio, Minenna.
Raffaele Marra, prima vice capo di gabinetto e poi alla guida del personale del Campidoglio, si ipotizza che potrebbe essere stato l’ispiratore del sistema delle nomine. E’ indagato per abuso d’ufficio assieme a Raggi – accusata anche di falso in atto pubblico – per la scelta del fratello Renato, vicecapo della polizia municipale, alla testa della direzione turismo del Comune. Marra – in carcere da metà dicembre per presunta corruzione in una vicenda che risale all’epoca della giunta di centrodestra guidata da Alemanno – sarà sentito nei prossimi giorni dal procuratore aggiunto Ielo e dal sostituto Dall’Olio.
“Non temo nulla di ciò che potrà essere detto”, ha dichiarato ancora ieri la sindaca. A legare Romeo e Marra, oltre a un rapporto lavorativo che data almeno al 2013 – come ha affermato il primo, funzionario nel dipartimento del quale il secondo era direttore -, numerose conversazioni in chat in cui sembrano lavorare alle nomine. “Ci stavamo preparando per governare la città, se avessimo vinto le elezioni”, ha detto Romeo giorni fa in un’intervista, precisando che non era “un progetto mio e di Marra, ma della squadra capitanata da Virginia Raggi”. In questo clima di vittoria annunciata, visti i sondaggi favorevoli a M5S, Romeo intestò delle polizze vita non solo a Raggi, ma anche ad amici e attivisti del movimento, per 130 mila euro in tutto. Con causali come “motivi affettivi” per Raggi e di fantasia in altri casi. Nei giorni scorsi ha negato che fossero una forma di finanziamento politico occulto. La spiegazione l’abbiamo riferita all’inizio di questo articolo.
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