E’ mista la provenienza dei terroristi che hanno seminato morte e sangue il 13 novembre a Parigi. Sulla base degli elementi raccolti a 24 ore dall’attacco (ancora da verificare con certezza) emergono i seguenti sconcertanti dati. Uno dei kamikaze in azione al Bataclan è stato identificato con certezza, tramite le impronte digitali: è un francese di 20 anni, già noto ai servizi della Dgsi (Direction generale de la securité interieure), schedato per la sua vicinanza ad ambienti islamici radicali.
Sempre al Bataclan, vicino a quel che resta dei corpi di due kamikaze, sono stati trovati due passaporti, uno siriano e uno egiziano. Il passaporto siriano risulta appartenere a un rifugiato proveniente dalla Siria, registratosi il 3 ottobre sull’isola greca di Leros, secondo quanto prevedono le leggi Ue, come ha confermato il viceministro dell’Interno greco Nikos Toscas. Ma è probabilmente falso il passaporto siriano trovato accanto a uno dei kamikaze entrati in azione allo Stade de France a Parigi: lo afferma una fonte degli 007 Usa alla Cbs. “Il documento non contiene i numeri corretti per un passaporto legittimo e la foto non coincide con il nome”, afferma lo 007 alla Cbs.
Il passaporto egiziano è stato trovato vicino ai resti del kamikaze in azione allo Stade de France (dove si svolgeva l’amichevole di calcio Francia-Germania). Ma potrebbe essere falso anche questo.
Intanto il quotidiano belga La Derniere Heure online scrive che tre degli attentatori potrebbero aver fatto parte della cellula jihadista di Bruxelles. Secondo il giornale, in queste ore la polizia della capitale sta perquisendo le abitazioni di tre sospetti.
Da Berlino giunge poi la dichiarazione del ministro dell’Interno tedesco Thomas de Maiziere, secondo cui non è ancora stato stabilito il collegamento tra gli attentatori di Parigi e l’uomo arrestato il 5 novembre in Baviera con armi ed esplosivo in macchina. La frenata arriva dopo che il premier bavarese Horst Seehofer aveva invece affermato che “c’è ragione di credere a un possibile legame”. “C’è un collegamento con la Francia, ma non è chiaro se sia con i terroristi” di Parigi, ha precisato il ministro, aggiungendo che le indagini proseguono. L’uomo è stato arrestato durante un controllo di routine in autostrada e nell’auto sono stati trovati “esplosivi, molte mitragliatrici e pistole”. Secondo ‘Focus Online’ l’arrestato era un montenegrino che non ha risposto agli investigatori durante l’interogatorio e non ha voluto un avvocato difensore.
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