La presidente della Camera, Laura Boldrini, indossa un salvagente recuperato su una spiaggia di Skala Sykaminias, un piccolo porto sull’Isola di Lesbo a meno di 3 miglia dalla Turchia, dove sono sbarcate decine di migliaia di profughi in fuga via mare, a rischio della propria vita. “Questo giubbotto è il simbolo dello sforzo di questa isola” nell’accogliere migranti disperati, “ma è anche un giubbotto per salvare l’Europa”, ha detto Boldrini sulla spiaggia dove sono ammassati i relitti sgonfi di canotti e gommoni e salvagenti spesso rivelatisi inutili. Al sindaco della piccola comunità che ha affrontato da sola l’inizio della crisi migratoria dello scorso anno sulla cosiddetta costa balcanica, Georgios Saroglu, Boldrini ha assicurato: “Sono qui come presidente della Camera italiana per dirvi che farò tutto quello che è nelle mie facoltà per non lasciarvi soli”.
Nella sua visita Boldrini ha incontrato, tra gli altri, anche la signora Emilia Kamvysi, 83 anni, diventata un simbolo dell’accoglienza tanto da farle valere la candidatura al Nobel per la pace. La ‘nonnina’, che in paese chiamano Militza, fu immortalata in una foto diventata subito virale sul web, mentre dava il biberon al figlio neonato di una giovane profuga. Nello scatto, sedute su una panchina accanto a lei, anche le sue amiche di sempre, Mariza (85 anni) e Efstratya (90), con cui passa i suoi pomeriggi. La cronaca racconta che Emilia riuscì a calmare, cullandolo, il neonato infreddolito e affamato, come pure la sua giovane mamma, dopo la traversata in condizioni precarie dalla Turchia in cui molti purtroppo hanno perso la vita. Come tutti gli abitanti della cittadina, le tre nonnine hanno aiutato come potevano i disperati in arrivo. “Continuate a farlo”, le ha incitate Boldrini, ricevuta nella piccola e modesta, ma ordinatissima, casa di Mariza.
Commenta per primo