L’autopsia effettuata dal Laboratorio forense del Punjab ha confermato che Sana Cheema, la giovane pachistana che viveva e lavorava a Brescia e progettava di sposare un giovane italiano, è morta nel suo paese per strangolamento. Per l’esattezza l’autopsia ha rivelato che “l’osso del collo è stato rotto”, indizio che orienta verso un decesso per strangolamento.
La giovane, che aveva 25 anni, cresciuta a Brescia e diventata cittadina italiana da settembre, era stata dichiarata morta in patria “per morte naturale”. Ma rappresentanti della comunità pakistana in Italia hannop fin dal primo momento sostenuto che Sana “è stata uccisa dal padre e dal fratello perché rifiutava il matrimonio combinato per lei dai parenti con un connazionale che vive in Pakistan”. Perciò il padre della ragazza, Ghulam Mustafa, il fratello Adnan Mustafa e lo zio Mazhar Iqbal sono in arresto già da alcune settimane. E il padre ha confessato l’orribile delitto.
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