di GIOVANNI PEREZ – Il consumo delle banane in Italia è in continuo aumento, anche grazie alla propaganda che racconta come questo frutto sia buono non solo al palato ma anche per la crescita dei bambini.. Su come vengono coltivate e come raggiungono i nostri mercati dopo un lungo viaggio nelle “bananiere” il silenzio è assoluto.
In Italia tutte le banane hanno lo stesso bollino con la scritta “Chiquita” e la provenienza: “Ecuador”. Se invece le banane le acquistate in Austria o in Germania è possibile che sui bollini appaiano i nomi di diverse altre ditte importatrici e che provengano da diversi luoghi di produzione come il Guatemala o il Costa Rica. A proposito di Costa Rica, secondo il parere di molti esperti, sarebbe proprio questa nazione Centro americana a produrre la migliore qualità di banane; non solo, ma anche il Paese in cui stanno avanzando le produzioni biologiche. In Italia quasi nessun consumatore sa dell’esistenza delle banane biologiche.
Il mercato italiano è infatti in pratica monopolio della «Chiquita», la quale, ovviamente, si guarda bene dall’informare i clienti che le grandi piantagioni di banane in Ecuador vengono regolarmente spruzzate di antiparassitari dagli aerei appositamente attrezzati per questo compito.
Altrettanto la «Chiquita» tace sul fatto che la salute degli addetti alle piantagioni di banane, sottopagati, viene messa a rischio: non sono casi isolati di ammalati e anche di morte per aver respirato quei veleni.
Ma non basta. Per non allarmare i consumatori, la Chiquita si guarda bene dall’avvisare che una misura minima da parte dei consumatori per salvaguardare la loro salute e dei figli sarebbe quella di lavare molto a lungo le banane in maniera da eliminare il “veleno” residuo esistente ancora sulla buccia e trasmesso dalle mani.
Pensiamo che sarebbe ora che il ministero della Salute si occupasse di questo problema informando i consumatori dei rischi che corrono e che aprisse il nostro marcato ad una concorrenza reale.
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