Comunque i pentastellati, come ribadito dal capo politico Vito Crimi, oggi porteranno al Colle la richiesta della riconferma dell’incarico a Giuseppe Conte, a prescindere da ciò che deciderà di fare Matteo Renzi, anzi auspicandone addirittura l’esclusione, perché ritengono che sia una serpe in seno, come è stato finora. Per ora restano due posizioni diverse all’interno dei gruppi di Camera e Senat del M5s, tra coloro (una minoranza) che vorrebbero riallacciare un dialogo con i renziani (nei giorni scorsi si sono espressi in tal senso parlamentari come Sergio Battelli, Giorgio Trizzino, Emilio Carelli e molti altri) e coloro che invece non vogliono sentir più parlare di Italia Viva e del suo capetto. Alcuni deputati e senatori pentastellati hanno commentato le parole di Renzi dopo le consultazioni con durezza: “E’ più dannoso del Covid”, “Ma tu guarda che arrogante”, “Non voglio nemmeno vederlo”, , “se la maggioranza prevede Iv io non ci sto e se Iv non vuole Conte andiamo a votare”, oppure…”diamogli il ministero dei Rapporti con i Paesi arabi…” (con riferimento al viaggio di Renzi la scorsa settimana in Arabia Saudita per un meeting a pagamento (80mila euro) e accompagnamento aereo gratis in Italia, nella qualità di consigliere di quel paese.
di ROMANO LUSI – Matteo Renzi è più dannoso del covid: ormai ne sono convinti non soltanto i Cinquestelle. Comincia a convincersene anche il Pd, a giudicare dall’espressione corrucciata di Nicola Zingaretti all’uscita dal colloquio con Mattarella (foto) con la delegazione del Pd ricevuta dal presidente della Repubblica nell’ambito delle consultazioni per trovare una soluzione alla crisi provocata dal senatore di Rignano subito dopo che ne era uscita quella di Italia viva, cioè la combriccola di eletti nel Pd che Matteo Renzi ha messo insieme subito dopo le elezioni perdute nel 2018 da segretario del Pd per fondare il suo gruppo di fedelissimi sia alla Camera sia al Senato, dove ha preso in prestito il simbolo del Psi per poter formare un gruppo autonomo.
Zingaretti è uscito nero in volto dall’ufficio di Mattarella avendo appreso ciò che Renzi aveva detto in una sorta di comizio davanti ai giornalisti dopo l’incontro con Mattarella, affiancato dalla ex ministra Bellanova e da Maria Elena Boschi. Ancora una volta questo virus della politica italiana aveva dato fondo alla sua azione distruttiva, avanzando ricatti politici, insinuando cattiverie, con una scorrettezza istituzionale senza precedenti nella storia delle consultazioni dei presidenti della Repubblica, culminata nella narrazione di una telefonata che Conte gli aveva fatto, dietro suggerimento e insistenza di esponenti del Pd nella speranza che potesse essere di aiuto alla soluzione di una crisi di governo creata dal Renzi nella frenetica e patologica ricerca di appagamento della sua ambizione personale, facendo leva sulla fedeltà di alcuni parlamentari dell’ex Pd, che lo hanno seguito tradendo i voti ottenuti alle elezioni di tre anni fa dall’elettorato del Partito Democratico.
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