di FABIO CAMILLACCI/ Una domenica da dimenticare in casa Inter. Dopo le polemiche, i fischi, gli insulti, il rigore sbagliato e la partita buttata via contro il Cagliari (2-1 per i sardi), il rientro a casa di Mauro Icardi non poteva essere certo lieto. A peggiorare le cose, lo striscione posizionato davanti all’abitazione dell’attaccante dai tifosi nerazzurri: “Noi ci siamo, quando arrivano i tuoi amici argentini ci avvisi o lo fai da infame…?”. Un segnale bellicoso, una allusione al corpo a corpo rusticano tra ultras e amici argentini di Icardi per risolvere i conti in sospeso (nella foto a sinistra: la disperazione di Icardi dopo aver fallito il rigore contro il Cagliari).
I fatti. Il tutto nasce dalle righe della biografia di Icardi (intitolata “Sempre avanti”) in cui si raccontano i retroscena del post Sassuolo-Inter del febbraio 2015: dopo il litigio con i tifosi della curva, Maurito riceve diverse minacce dai tifosi. Icardi non si scompone e replica: “Sono pronto ad affrontarli uno a uno. Forse non sanno che sono cresciuto in uno dei quartieri sudamericani con il più alto tasso di criminalità e di morti ammazzati per strada. Quanti sono? Cinquanta, cento, duecento? Va bene, registra il mio messaggio, e faglielo sentire: porto cento criminali dall’Argentina che li ammazzano lì sul posto, poi vediamo”. Gli ultras se la sono legata al dito, e oggi hanno risposto “presente” alla loro maniera. A Icardi non è rimasto altro che rimuovere di sua mano lo striscione.
Maurito testa calda. Mauro Icardi, 23 anni: un ottimo attaccante, ma, senza cervello e consigliato male dalla sua pseudo-manager Wanda Nara. Senza sorvolare sul fatto che un calciatore decida di scrivere una biografia a soli 23 anni, con una vita davanti sia come calciatore che come uomo. Una follia che l’Inter se avesse avuto una società di polso avrebbe dovuto evitare. Icardi è una scheggia impazzita da tempo che andrebbe tenuta sotto controllo. E invece continua a combinarne di tutti i colori, con i suoi assurdi “cinguettii” su Twitter e non solo. Icardi: una sorta di Mario Balotelli bianco. Intanto, un’altra domanda sorge spontanea: chi ha autorizzato i tanti striscioni con frasi pesanti, esposti a San Siro contro Icardi? Perchè a Roma viene multato un tifoso giallorosso per aver mostrato un simpatico striscione in omaggio ad Alberto Sordi e al Meazza tutto è consentito? Perchè le barriere sono state introdotte soltanto all’Olimpico di Roma allontanando i romani dallo stadio? Forse qualcuno, tra Viminale e Prefettura, dovrebbe dare qualche risposta sincera ai tifosi di Roma e Lazio.
Inter furiosa. La linea della società è chiara. Il caso Icardi-Curva Nord non passerà sottotraccia. Il capitano nerazzurro sarà punito. Lo ha ribadito anche il ds dell’Inter, Piero Ausilio, al termine della gara casalinga contro il Cagliari: “Zanetti ha detto che la società prenderà provvedimenti e il suo pensiero, che è il vicepresidente, è quello di tutta la società. Abbiamo preferito rimandare le decisioni a domani perché dovevamo pensare a giocare una partita importantissima. Domani parleremo con Icardi e avremo il tempo per prendere tutte le decisioni”. La bufera Icardi ha fatto passare in secondo piano la sconfitta interna, ma, la realtà è che l’Inter di De Boer è in crisi nera. Nemmeno nerazzurra, tutta nera.
I fischi di San Siro per Icardi. Il Meazza si è diviso, al momento dell’ingresso in campo dell’attaccante argentino. Una parte dello stadio lo ha fischiato, l’altra lo ha applaudito (e lo ha incoraggiato anche dopo l’errore dal dischetto). L’atmosfera, però, è stata surreale. E la prestazione ne ha risentito. “Il clima è stato stranissimo, ma nel primo tempo ho visto una buona Inter, dovevamo concretizzare di più le molte occasioni create nella prima frazione – è il commento del ds – Se però crei molto, sbagli un rigore e non concretizzi alla lunga paghi, perché poi nella ripresa sono arrivati i momenti di difficoltà e l’abbiamo pagata cara. Il primo tempo è il bicchiere mezzo pieno, non dobbiamo buttare tutto via, non cerco alibi ma c’è stata un po’ di stanchezza: avevamo in campo molti giocatori che hanno giocato le due gare con le nazionali. Poi ci siamo allungati e il Cagliari ne ha approfittato, siamo stati anche sfortunati perché abbiamo preso gol in due situazioni quasi casuali”. A nostro giudizio, per quello che ha riportato nella biografia, Icardi andrebbe diffidato e giudicato dalla giustizia sportiva. Quanto ha scritto è molto grave.
Rabbia nerazzurra. Partita a parte, è inevitabile tornare sul capitano, l’uomo della discordia. Attaccato pesantemente dalla Curva nerazzurra per quanto scritto sul suo libro, non sembra proprio aver trovato “alleati” in società. L’Inter non ha apprezzato la ricostruzione dei fatti della gara contro il Sassuolo del febbraio 2015. “Non credo che si possa scrivere un’autobiografia a 23 anni… L’ho saputo solo quest’anno che stesse scrivendo un libro, non so nemmeno se toccasse a me o meno leggerlo, quando il contenuto è diventato di dominio pubblico ho cercato di leggere cosa avesse scritto – ha dichiarato ancora Ausilio – Ci sono state situazioni che non sono piaciute a noi e ai tifosi, giustamente. Domani valuteremo tutto insieme al ragazzo che deve prendersi le sue responsabilità, ne discuteremo”. La rabbia del ds è tanta, non solo per la sconfitta. Cosa può fare la società per frenare l’esuberanza dei giocatori? Regolamentare forse quello che scrivono sui social? Ausilio risponde: “Per quanto ci riguarda abbiamo un regolamento interno in cui c’è scritto cosa un giocatore può scrivere e non può scrivere sui social. Tutto ciò che riguarda la squadra, l’allenatore o un compagno non può farlo e se lo fa viene multato o vengono presi provvedimenti. Se però postano foto della loro vita privata, in vacanza, con delle ragazze, che sono cose che mi infastidiscono molto perché penso che anche nei social ci voglia rispetto, ma è solo una cosa morale e se non parlano di calcio non possiamo fare niente”. Ma la domanda è una sola: ma chi comanda nell’Inter? Suning, Thohir, Ausilio, cinesi, indonesiani. Comandano un po’ tutti e il caos e l’anarchia sono totali.
Inter-Cagliari 1-2. Partita horror dei nerazzurri. I guai dell’Inter pertanto non finiscono mai e oggi in un colpo solo ha incassa un brutto stop casalingo contro il Cagliari (1-2) e anche la contestazione della Curva Nord a Icardi (“Togliti la fascia, pagliaccio”), dopo le sue parole contenute nel libro autobiografico. In vantaggio con Joao Mario (primo gol in Serie A), i nerazzurri si fanno rimontare prima da Melchiorri e poi da un incredibile autogol di Handanovic sempre su tiro-cross di Melchiorri. Con questo successo i sardi salgono al 7° posto in classifica a 13 punti, mentre l’Inter resta a 11 punti, a -10 dalla capolista Juventus.
Sorride la sponda rossonera del Naviglio. Mentre l’Inter, dopo 8 giornate di campionato, sprofonda all’11° posto in classifica, il Milan vince 3-1 a Verona contro il Chievo e affianca la Roma al secondo posto, a -5 dalla Juventus in fuga. E sabato prossimo per l’anticipo del 9° turno di A, è in programma Milan-Juventus. Prima contro seconda, come una volta. Erano sei anni che i rossoneri non assaporavano il secondo posto dopo 8 giornate. Montella dunque è andato a vincere anche a Verona contro il Chievo, nel suo piccolo squadra organizzata e attenta. Il presente però merita un po’ più attenzione rispetto ai fasti del passato. Il posticipo domenicale del Bentegodi è stata infatti una serata di coppia: il 3-1 è tutto nei due gol segnati subito prima e subito dopo l’intervallo da Kucka e Niang. Due gol di sinistro, di due ex Genoa con cresta. Soprattutto, due palloni da autovelox da fuori area: oltre che angolati, fortissimi. Birsa ha completato la serata del mancino con il momentaneo 1-2: gol dell’ex con la classica punizione a giro sopra la barriera. Una deviazione di Dainelli su un esterno destro di Bacca ha fissato il punteggio negli ultimi secondi, quando il Chievo non aveva più sperante. Sia chiaro: a livello societario il Milan post-Berlusconi rimane un disastro come l’Inter. Anzi, forse nel Club Milan regna più caos che nel Club Inter. Ma, come sempre accade nel calcio, i risultati aiutano.
Le altre partite dell’ottava giornata: emozioni all’Olimpico. Contro il Bologna dalla maglia fosforescente anzichè rossoblu (ormai le follie degli sponsor non conoscono più limiti) la Lazio in casa trova il pari solo al 97′ contro il Bologna grazie a un rigore molto dubbio trasformato da un freddo Ciro Esposito. Pari in casa (0-0), e tra i fischi, anche per la Fiorentina contro una coriacea Atalanta, mentre il Sassuolo rimonta e batte 2-1 un Crotone volitivo ma ingenuo. Il Genoa, in 10 uomini per un’ora, viene fermato dall’Empoli e perde la possibilità di spiccare il volo nelle zone dell’alta classifica visto che deve ancora recuperare la gara interna con i viola. Chiuderà le danze il “Monday Night” Palermo-Torino.
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