Una pandemia nella pandemia che può provocare vittime proprio come un virus: gli effetti delle fake news sul sistema informativo e sulla società, in particolar modo in questa fase di emergenza, sono state al centro del convegno “Informazione e tecnologia nella lotta alle Fake News”, organizzato dall’ANSA insieme ad EY e trasmesso ieri in streaming su ANSA.it. Un fenomeno in espansione, che evidenzia i tratti di una vera e propria industria criminale e necessita del contributo di diversi soggetti per essere arginato. Non solo gli operatori dell’informazione, che sono in prima fila, ma anche le istituzioni, le autorità di controllo e le forze dell’ordine, che hanno visto alcuni loro rappresentanti prendere parte al dibattito.
“Questa pandemia ha dimostrato quanto sia importante e decisiva un’informazione affidabile e quanto sia importante il ruolo dei media e dell’informazione primaria come sorgente di notizie”, ha detto il sottosegretario all’Editoria, Andrea Martella, intervistato del direttore dell’ANSA, Luigi Contu.
Martella ha ricordato l’iniziativa avviata all’inizio della pandemia con l’istituzione di un gruppo di lavoro sulle fake news a Palazzo Chigi. “L’obiettivo – ha spiegato – è creare un unico hub, costituito da un sito istituzionale sulle notizie di carattere scientifico, che fornisca uno strumento attendibile ai cittadini, ma è anche rafforzare le campagne istituzionali che promuovano l’informazione fondata su evidenze scientifiche”.
Il professor Massimo Galli, direttore delle Malattie Infettive dell’Ospedale Sacco di Milano, ha affrontato, tra l’altro, il tema dell’informazione scientifica, rispondendo anche a una domanda in merito allo studio dell’Istituto dei Tumori di Milano, secondo il quale il virus era già presente in Italia nell’autunno 2019. “Non credo che questo lavoro riesca a provare la tesi che viene portata avanti – ha affermato -. La sierologia è un terreno paludoso. Spesso sarebbe necessario un vaglio più rigoroso su alcune ricerche, ma il problema è che le riviste scientifiche sono di una lentezza assoluta”.
All’incontro ha partecipato anche il direttore del Servizio Polizia postale e delle comunicazioni, Nunzia Ciardi, che ha sottolineato l’esplosione dei reati digitali nel corso della pandemia, spiegando che quella delle fake news è diventata anche un’industria criminale. Un’opinione condivisa da Guido Scorza, componente del Garante per la Privacy, secondo il quale tale industria “si ciba dei dati personali per targhettizzare la propria attività”.
Sul ruolo della Rai è intervenuta Giuseppina Paterniti, direttore editoriale per l’Offerta Informativa della tv pubblica, che ha spiegato il funzionamento della task force istituita a Viale Mazzini: un board di scienziati esprime via chat un parere sulle notizie riguardanti la pandemia a beneficio dei giornalisti. “I progetti anti-fake nell’editoria” sono stati al centro dell’intervento di Stefano De Alessandri, amministratore delegato dell’ANSA, che ha portato un messaggio del presidente dell’agenzia, Giulio Anselmi, il quale ha voluto sottolineare la pericolosità del fenomeno che in questa fase drammatica può anche costare vite umane e lo sforzo dell’agenzia per contrastare la falsa informazione. De Alessandri ha anche annunciato una partnership tra l’ANSA e la France Presse sul fact checking.
Gregoire Lemarchand, che coordina l’attività di fact checking dell’agenzia francese, ha spiegato che sono impegnati nella verifica delle notizie sui social e non solo circa 100 giornalisti in 40 uffici nel mondo, formando la più grande organizzazione esistente nel settore. “Ora non saremo più semplicemente clienti di Afp, ma collaboreremo attivamente a questo progetto”, ha sottolineato De Alessandri, che ha anche ricordato il progetto sviluppato con EY, per la certificazione delle notizie ANSA attraverso blockchain. Il nome del progetto è ANSA Check e, nella seconda parte del convegno, dopo l’intervento di Fabio Babiloni, Chief Scientific Officer & Co-founder di BrainSigns, ne ha parlato più in dettaglio Giuseppe Perrone, responsabile del Blockchain Hub Med di EY. Perrone ha reso noto che 500mila notizie sono già state tracciate con ANSA Check e sul 30% di queste i navigatori hanno cliccato sul bollino di certificazione ANSA Check per avere informazioni sul ‘percorso’ della notizia e sulla certificazione della sua provenienza. Una prova, secondo Perrone, della ‘fame di sicurezza’ rispetto alle notizie.
OLTRE 700MILA VISUALIZZAZIONI – Questo convegno ha avuto un grande successo: sono state oltre 700mila le visualizzazioni e 162mila i visitatori unici per l’evento trasmesso in streaming sul sito e sulla pagina Facebook dell’Agenzia.
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