di Corradino Mineo*
Sulla Stampa (a pagina 3 di oggi 17 settembre), si attribuisce al premier (tra virgolette) l’intenzione di far votare un emendamento che sopprima il Senato. Di Palazzo Madama – dice Renzi – farei un “museo delle istituzioni della Repubblica”.
Sono d’accordo con il segretario del Pd. E presenterò con altri senatori l’emendamento soppressivo del Senato. Meglio un monocameralismo esplicito che un bicameralismo pasticciato, alibi per una legge elettorale che mette tutti i poteri nelle mani di un premier che conquisti il premio di maggioranza, anche al secondo turno, anche con poco più di un quarto dei voti.
Sciolto il Senato, spero che tutta l’Italia, di sinistra, di centro e di destra, pretenda che Presidente della Repubblica e Corte Costituzionale non finiscano sotto il controllo di un premier eletto col trucco.
Si può decidere, come in Grecia, che il Parlamento venga sciolto se non riesce a eleggere in tre votazioni, e con i 2/3 dei voti, il Presidente della Repubblica. O si può riprendere l’emendamento Toniolo alla Costituzione (elezione popolare diretta del presidente della Repubblica, se il parlamento non trova l’intesa per eleggerlo con i due terzi dei voti).
L’impianto della Costituzione sarebbe salvo. Ed è per difendere quell’impianto che mi sono battuto e mi batto contro pasticci, bugie e prove di forza.
* Corradino Mineo è senatore del PD
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