Le patologie neurologiche croniche rappresentano una sfida crescente in termini di salute e di ricadute sociali. Come si è visto in questi mesi, i malati cronici sono quelli più a rischio di sviluppare forme gravi di COVID-19. Inoltre, la pandemia COVID ha aggravato la complessità del percorso di presa in carico di questi pazienti, nonostante i progressi terapeutici in divenire, considerate anche le difficoltà economiche che coinvolgono le famiglie. I controlli specialistici, l’assistenza territoriale, e l’aderenza terapeutica sono in una sofferenza, che solo parzialmente viene mitigata dall’implementazione della telemedicina e del teleconsulto. Da qui la necessità di una riprogrammazione dell’attività assistenziale e riabilitativa per un progressivo ritorno alla normalità pronta ad accogliere l’innovazione imminente e futura della cura e diagnosi delle malattie neurologiche croniche.
Per sensibilizzare le istituzioni verso una maggiore integrazione tra Centri neurologici e Medicina del territorio, multidisciplinarietà e interesse per l’innovazione, Mondosanità, in collaborazione con Motore Sanità, ha organizzato il webinar ‘LE MALATTIE NEUROLOGICHE CRONICHE AL TEMPO DEL COVID. Focus su Alzheimer, Demenze, Parkinson e Sclerosi Multipla’, che ha visto la partecipazione di esperti del settore e delle istituzioni, discutendo i principali aspetti organizzativo-assistenziali riguardanti alcune delle principali patologie neurologiche e degenerative che coinvolgono non solo persone anziane, come la malattia di Alzheimer, le altre demenze e la malattia di Parkinson, ma anche soggetti giovani e per lo più donne, come la Sclerosi Multipla.
“La Sclerosi Multipla (SM) è una patologia che colpisce il sistema nervoso centrale, comunemente diagnosticata nei giovani adulti, tipicamente fra i 20 e i 40 anni, e più frequentemente nelle donne rispetto agli uomini. Attualmente, secondo i dati di regione Lombardia del 2017, ci sono circa 17.000 persone con SM nella nostra regione, ma questo numero è in progressivo aumento nel corso degli ultimi anni. La maggior parte dei pazienti con SM nella nostra Regione ha fra i 40 e i 65 anni (57%), seguiti dai pazienti tra i 18 e i 40 anni, dunque due categorie di età di persone in cui la patologia, i trattamenti, gli esami e le visite di monitoraggio possono avere un forte un impatto negativo in ambito familiare così come sulle attività quotidiane e lavorative. In Lombardia esistono numerosi centri di riferimento per la diagnosi e la cura della SM, distribuiti all’interno del territorio regionale e con grande esperienza nella gestione di questa patologia attraverso un approccio multidisciplinaredi vari specialisti, tra cui neurologi, neuroradiologi, psicologi, infermieri e fisioterapisti.
Al fine di garantire una gestione sempre più personalizzata e ottimizzata di ciascun paziente con SM nella nostra regione, è fondamentale instaurare un rapporto saldo fra le istituzioni e gli specialisti coinvolti nella gestione dei pazienti. Ciò per favorire un’integrazione tra i centri neurologici ediagnostici e la medicina del territorio, e per garantire una maggiore standardizzazione del trattamento e del monitoraggio dei pazienti, un forte spirito di collaborazione, una presa in caricoda diversi specialisti e una pronta recettività dell’innovazione”, ha spiegato Massimo Filippi, professore ordinario di Neurologia e direttore della Scuola di Specializzazione in Neurologia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele e Direttore Unità di Neurologia, Neuroriabilitazione, Neurofisiologia, Stroke Unit e Centro Sclerosi Multipla, IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano.
Commenta per primo