Ecco i palliativi partoriti dal vertice sull’inquinamento tra governo e (alcuni) presidenti di Regioni e sindaci: riscaldamento giù di due gradi e auto in città a non più di 30 chilometri l’ora, bus gratis e limitazione all’uso della biomassa per i caloriferi. Sono misure che scattano nel caso in cui vi siano 7 giorni consecutivi di sforamento dei limiti previsti dalla legge per le polveri sottili (50 microgrammi per metro cubo). Per i Comuni che incentiveranno il trasporto dei mezzi pubblici con biglietti gratis o a tariffa agevolata e la mobilità condivisa sono subito disponibili 12 milioni di euro di rimborsi (per il 2015-2016).
In realtà lo scopo del “protocollo” firmato ieri da Governo, Regioni e Comuni mira a mettere fine alla “babele di provvedimenti” decisi negli ultimi giorni dalle amministrazioni locali, ciascuna per conto proprio, cioè senza un coordinamento. Almeno così lo ha giustificato il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti. Il documento contiene anche le linee di un piano strategico triennale per migliorare la qualità dell’aria, incoraggiando il passaggio a un trasporto pubblico a basse emissioni, disincentivando i mezzi privati e favorendo l’efficienza energetica degli edifici.
Il piano richiederebbe risorse totali per circa un miliardo di euro, ma insufficienti, ha detto il governatore della Lombardia Roberto Maroni, secondo cui “servono tre zeri in più”. Per la prima volta “c’è una strategia nazionale” si compiace invece il sempre allineato presidente dell’Anci Piero Fassino che ha firmato il protocollo con il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome Stefano Bonaccini, anche lui del Pd neo-renziano come Fassina. Nasce anche un Comitato di coordinamento ambientale fra sindaci delle città metropolitane e presidenti di Regione, presieduta dal ministro dell’Ambiente, per definire e aggiornare periodicamente il piano strategico. Ma “se vogliamo vincere questa sfida, servono comportamenti virtuosi” anche di tutti i cittadini, ha osservato Bonaccini.
Per la strategia di medio periodo, cioè tre anni, è previsto quasi un miliardo di euro. Le risorse disponibili sono 405 milioni – che provengono dal Collegato ambientale (in via di pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale) e dal fondo rotativo Kyoto (per la riduzione dei gas a effetto serra) – e riguardano la mobilità sostenibile per andare a scuola o al lavoro, reti di ricarica elettrica, efficienza energetica in scuole, strutture sportive e condomini, riqualificazione degli uffici della pubblica amministrazione centrale. Altri 500 milioni circa riguardano misure approvate dalla legge di Stabilità, quindi attivabili nei prossimi anni, e vanno dall’efficienza energetica degli edifici pubblici alla proroga dell’ecobonus al 65% per l’edilizia residenziale pubblica, dall’acquisto centralizzato in capo alla Cassa depositi e prestiti di mezzi pubblici in leasing per conto delle Regioni, agli incentivi al trasporto merci su ferro e mare, al disincentivo dei mezzi di trasporto inquinanti.
Tempi lunghi, insomma, che vengono giustificati con la definizione di “risposte di sistema” allo smog di cui si compiace il ministro dell’Interno Angelino Alfano affermando: “Tanta concretezza. Ottime soluzioni. Zero demagogia. Zero chiacchiere”. Mentre vengono bollate come ‘inadeguate’ o ‘acqua calda’ o ‘scarse’ dal fronte dell’opposizione che va dalla Lega al Movimento 5 Stelle, a Sel e Sinistra Italiana, ai Verdi e Italia Unica. A cui si aggiungono Codacons e Aci.
Insomma, non resta che sperare nella pioggia, annunciata per i prossimi giorni, purché non provochi altri disastri.
Commenta per primo