di ENNIO SIMEONE – Sta provvedendo la cronaca nera a riaprire uno squarcio sulla realtà della «accoglienza» che molti illustri esponenti della «intellighenzia» agitano come una bandiera di ipocrita solidarietà contro coloro che sostengono la necessità di arginare e disciplinare con razionalità e realismo i flussi di disperati che dall’Africa tentano di raggiungere il nostro paese. E la cronaca nera di questi giorni sta raccontando le due stragi di braccianti di colore avvenute in Puglia nel giro di 48 ore: sabato 4 vite stroncate in un furgone che trasportava dei giovani africani verso un lavoro compensato (si fa per dire) con due o tre euro l’ora; due giorni dopo altre 12 vite stroncate in un furgone (con targa bulgara!…) che trasportava altri giovani africani verso i campi per andarvi a lavorare come schiavi nella raccolta dei pomodori, al servizio dei «caporali» che li ingaggiano e dei proprietari di terreni che li sfruttano, preferendoli ai braccianti italiani che hanno l’ardire di rivendicare una paga giusta. Due categorie che hanno nei predicatori di «accoglienza» degli ottimi alleati e nei traghettatori operanti sotto le insegne delle ong degli ingenui (?) cooperanti.
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