di FABIO CAMILLACCI/ L’Inter è campione d’Italia. Dopo la vittoria per 2-0 con il Crotone negli anticipi del sabato, i nerazzurri ringraziano il Sassuolo che a Reggio Emilia ferma sull’1-1 l’Atalanta. Adesso la squadra di Antonio Conte è irraggiungibile e può far cominciare la festa per il 19° scudetto della sua storia. Dunque, crolla ufficialmente la dittatura Juventus. Dopo 9 titoli di fila bianconeri, ecco il tricolore interista. Ironia della sorte: Vecchia Signora spodestata da uno juventino di ferro come Conte. Quasi una nemesi per Madama.
Un trionfo che in casa nerazzurra mancava da 11 anni, ovvero dai tempi dello storico “triplete” firmato Josè Mourinho. Un trionfo che arriva al termine di una fantastica cavalcata in una stagione intensa e lunghissima. Dopo una partenza lenta è stato un autentico dominio nerazzurro fatto di memorabili strisce di vittorie (11 successi consecutivi quella più lunga). Due sole sconfitte per l’Inter: nel derby d’andata con il Milan e a Genova contro la Sampdoria. Nel girone di ritorno, ben 18 risultati utili consecutivi e un passo irresistibile per chiunque. Una sola grande macchia in quest’annata storica: l’eliminazione dall’Europa dopo un disastroso girone di Champions League.
Antonio Conte, mister scudetto. Dopo quelli vinti alla guida della Juventus e il titolo in Premier League con il Chelsea, il tecnico salentino si conferma l’uomo giusto per chi punta a vincere il campionato. Ha preteso e ottenuto uno squadrone completo in tutti i reparti, ha rilanciato Eriksen e raccolto i frutti di una coppia d’attacco formidabile: la “LuLa” Lukaku-Lautaro. Sul fronte tecnico-tattico, solito “Conte style”: 3-5-2 compatto con difesa di ferro e ripartenze letali.
Peraltro, Conte in versione uomo solo al comando alla luce della delicata situazione societaria con i cinesi di Suning intenzionati da tempo a vendere il club. Ma, a livello dirigenziale meritano gli applausi anche l’amministratore delegato Beppe Marotta (già super vincente con la Juve) e il direttore sportivo Piero Ausilio. Perchè nel calcio per vincere non bastano un grande allenatore e grandi giocatori, serve anche una struttura societaria seria e preparata.
Cronaca e appunti sugli anticipi del sabato: il Crotone torna in B, rilancio Champions per il Milan
Eriksen sempre più al centro del progetto Conte. Dopo i tanti problemi iniziali e tanta panchina, il centrocampista danese è diventato fondamentale per l’Inter. Il tecnico salentino da tempo ha capito come sfruttare le doti di Christian, determinante anche allo “Scida”, stavolta da subentrante. E’ suo infatti al 69′ il gol che spacca la gara in terra di Calabria. In pieno recupero, il raddoppio di Hakimi, altra pedina fondamentale in questa cavalcata scudetto interista. Al Crotone non è servita la cura Cosmi: i pitagorici retrocedono tra i cadetti dopo un solo anno di A.
Torna a sorridere la sponda rossonera del Naviglio. La compagine di Stefano Pioli dà un calcio alla crisi battendo 2-0 il Benevento a San Siro. Sempre più in caduta libera e sempre più terzultimi i giallorossi sanniti. Amaro ritorno a casa per Pippo Inzaghi: lo spettro del ritorno in B aleggia minaccioso sulla cittadina campana. Casa dolce casa invece per il Diavolo in una stagione in cui Ibra e compagni hanno fatto più punti in trasferta che al Meazza. Apre le matcature Calhanoglu dopo 6 minuti di gioco, raddoppia Theo Hernandez al 60′. Ossigeno puro per la corsa Champions milanista.
A Verona un punto d’oro per lo Spezia, prosegue la crisi dell’Hellas. Sette sconfitte nelle ultime otto partite, di cui quattro di fila; a secco di successi al Bentegoi da 5 gare. Scaligeri in vantaggio dopo soli 40″ della ripresa con un colpo di testa di Caicedo. Ma quando il ritorno alla vittoria sembra certo, ecco il pareggio spezzino firmato Saponara all’86’. Un punto che consente alla squadra di Vincenzo Italiano di muovere la classifica in chiave lotta salvezza, anche se la posizione di classifica rimane critica.
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