di NUCCIO FAVA – L’Unione Europea si muove con due donne ai vertici. Positivo Sassoli presidente. Non sono mancati sino all’ultimo travagli e difficoltà dopo un voto europeo che aveva segnato le perdite consistenti delle cosiddette forze storiche. Alla fine però ha prevalso l’asse franco-tedesco con un ruolo di primo piano di Merkel e Macron.
L’Italia si è trovata come smarrita, con il presidente Conte risucchiato nell’area dei paesi sovranisti, ma tentando di non rimanerne del tutto schiacciato. C’era in ballo il rischio della procedura di infrazione (ecco come nella quotidiana vignetta sul Corriere della sera l’ha brillantemente commentata Giannelli), che sarebbe stata una dura tegola per l’Italia e la sua politica economica. Alla fine non senza comprensione e generosità il rischio è stato superato anche se molte difficoltà sono soltanto rinviate all’anno prossimo.
Ha pesato sulla condizione del nostro governo che mentre col ministro Tria proponeva e documentava sforzi correttivi significativi da parte dell’Italia, si trovava sconsideratamente colpito dai gravi e inaccettabili comportamenti dei vice presidenti Di Maio e Salvini. Specie quest’ultimo che insultava in modo inqualifiabile la giovane capitano della Sea Watch definendola criminale e sferrando un duro attacco contro il magistrato che l’aveva rimessa in libertà.
Ancora una volta il prevalere di una sbornia propagandistica mal riposta è il modo peggiore per affrontare con gli altri paesi il nodo dell’emigrazione e dell’accordo di Dublino. Come grande questione tra le sfide maggiori che attendono la nuova fase dell’UE c’è sicuramente il tema migratorio, aggravato enormemente dalla tragedia libica opportunamente evocato dal nuovo presidente dell’europarlamento Davide Sassoli. Allievo di Moro e La Pira, ha voluto citarne l’insegnamento sottolineando le nuove sfide che i tempi nuovi pongono. L’Europa deve saperle affrontare e farsi portatrice di un contributo originale e pacifico per l’intera umanità.
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